Là dove il giudizio femminile è impietoso e parziale, la scienza riabilita il maschio innamorato: a sorpresa sarebbe lui il più incline a somatizzare la fine di una relazione. Stando ai risultati di una ricerca americana e di un sondaggio italiano, il sesso forte tanto forte poi non è, e la sua fragilità emerge tutta alla fine delle vacanze, condannando i cuori romantici al "mal d'amore". Soprattutto quando a finire sono le relazioni nate nel periodo delle vacanze.
I primi a spezzare una lancia a favore dei maschi sono i ricercatori della Wake Forest University 1 del North Carolina, secondo cui sono proprio gli uomini a risentire maggiormente, a livello psichico, degli "alti e bassi" propri di una relazione. L'indagine, pubblicata sul Journal of Health and Social Behavior, ha preso in considerazione la salute mentale di mille giovani adulti di sesso maschile e femminile dai 18 ai 23 anni d'età, tutti non sposati. Secondo la sociologa che ha guidato lo studio, Anne Barrett, "gli uomini sono vittime di un fraintendimento di base: il malessere per un rapporto amoroso che va a rotoli lo esprimono in maniera non convenzionale. Ma nel loro intimo soffrono di più". Questo anche perché, spiegano gli esperti, spesso la partner è l'unica persona con cui instaurano una relazione di confidenza e amicizia, mentre le ragazze sono molto più abituate a parlare con amiche e genitori.
Questa dipendenza si rispecchia anche nel modo in cui gli uomini vivono la fine dei rapporti nati in vacanza o finiti subito dopo il periodo estivo. E qui si entra nel territorio virtuale. Secondo un'indagine condotta su 1.500 utenti di forum, community e siti web tra i 18 e i 55 anni, per 6 italiani su 10 è infatti molto più facile innamorarsi in ferie che in qualunque altro periodo dell'anno. Ma ahimè la delusione è dietro l'angolo: nel 74% dei casi, a dispetto di un'innovazione tecnologica sempre più accorcia-distanze, le relazioni "vacanziere" non superano i due mesi di vita. E questa brevità si traduce in un "mal d'amore" che da settembre in poi ammorba un italiano su due", spiega una ricerca svolta da Meta Comunicazione e promossa da Pasqua, Vigneti e Cantine. A soffrire di più sarebbero gli uomini (54%), soprattutto se giovanissimi (64%) o single (58%). Una situazione che nei casi più lievi porta a depressione (87%), ansia (74%) e sbalzi d'umore (59%), in quelli più gravi a disturbi alimentari (13%).
"Gli uomini vivono le relazioni nate in vacanza con uno slancio estremo", spiega lo psicologo Roberto Cavaliere, creatore del sito www.maldamore.it ed esperto di problemi di coppia. "La passione acuta e momentanea è il loro sbocco naturale nel vivere i sentimenti. E con la stessa velocità e intensità con cui si innamorano, poi soffrono della perdita subìta. Per le donne è diverso: hanno bisogno di costruire il rapporto nel tempo, ed è per questo che spesso sono loro a chiudere una relazione alla fine delle vacanze, perché si tratta di rapporti lontani dalla concezione femminile del percorso sentimentale".
articolo completo su www.repubblica.it
I primi a spezzare una lancia a favore dei maschi sono i ricercatori della Wake Forest University 1 del North Carolina, secondo cui sono proprio gli uomini a risentire maggiormente, a livello psichico, degli "alti e bassi" propri di una relazione. L'indagine, pubblicata sul Journal of Health and Social Behavior, ha preso in considerazione la salute mentale di mille giovani adulti di sesso maschile e femminile dai 18 ai 23 anni d'età, tutti non sposati. Secondo la sociologa che ha guidato lo studio, Anne Barrett, "gli uomini sono vittime di un fraintendimento di base: il malessere per un rapporto amoroso che va a rotoli lo esprimono in maniera non convenzionale. Ma nel loro intimo soffrono di più". Questo anche perché, spiegano gli esperti, spesso la partner è l'unica persona con cui instaurano una relazione di confidenza e amicizia, mentre le ragazze sono molto più abituate a parlare con amiche e genitori.
Questa dipendenza si rispecchia anche nel modo in cui gli uomini vivono la fine dei rapporti nati in vacanza o finiti subito dopo il periodo estivo. E qui si entra nel territorio virtuale. Secondo un'indagine condotta su 1.500 utenti di forum, community e siti web tra i 18 e i 55 anni, per 6 italiani su 10 è infatti molto più facile innamorarsi in ferie che in qualunque altro periodo dell'anno. Ma ahimè la delusione è dietro l'angolo: nel 74% dei casi, a dispetto di un'innovazione tecnologica sempre più accorcia-distanze, le relazioni "vacanziere" non superano i due mesi di vita. E questa brevità si traduce in un "mal d'amore" che da settembre in poi ammorba un italiano su due", spiega una ricerca svolta da Meta Comunicazione e promossa da Pasqua, Vigneti e Cantine. A soffrire di più sarebbero gli uomini (54%), soprattutto se giovanissimi (64%) o single (58%). Una situazione che nei casi più lievi porta a depressione (87%), ansia (74%) e sbalzi d'umore (59%), in quelli più gravi a disturbi alimentari (13%).
"Gli uomini vivono le relazioni nate in vacanza con uno slancio estremo", spiega lo psicologo Roberto Cavaliere, creatore del sito www.maldamore.it ed esperto di problemi di coppia. "La passione acuta e momentanea è il loro sbocco naturale nel vivere i sentimenti. E con la stessa velocità e intensità con cui si innamorano, poi soffrono della perdita subìta. Per le donne è diverso: hanno bisogno di costruire il rapporto nel tempo, ed è per questo che spesso sono loro a chiudere una relazione alla fine delle vacanze, perché si tratta di rapporti lontani dalla concezione femminile del percorso sentimentale".
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