lunedì 31 agosto 2009

COME FAR DURARE L'AMORE IN UFFICIO

Mai innamorarsi del proprio capo o chiedere un appuntamento ad un dipendente. E se proprio si cerca l’anima gemella sul posto di lavoro, meglio non puntare sul vicino di scrivania: se l’amore finisce, ci si ritrova con un nemico gomito a gomito. Sono solo alcune delle regole auree da rispettare per far funzionare un genere di relazione sempre più frequente in America, gli “amori da ufficio”: a elencarle è il libro “Office mate”, il cui sottotitolo - Manuale dell’impiegato per trovare e gestire l’amore sul posto di lavoro - suggerisce da solo quanto diffuso e complicato sia innamorarsi di un o una collega. Basandosi sui risultati di una ricerca condotta online da CareerBuilder.com, le autrici Helaine Olen e Stephanie Losee hanno tratteggiato il ritratto di un’America che, sempre più spesso, cerca l’amore nel luogo in cui si trascorrono in assoluto più ore durante la giornata e che “si è trasformato nel villaggio (inteso come spazio sociale) del XXI secolo”: ben 4 lavoratori su 10 affermano di aver frequentato per ragioni sentimentali o sessuali un o una collega, mentre per 3 su 10 la relazione iniziata al lavoro si è conclusa con il matrimonio. E se appena cinque anni fa solo il 46% delle coppie di colleghi rendeva pubblico il proprio amore, oggi è il 72% a scegliere di non nascondersi: un sintomo, questo, di come la riprovazione e il timore nei confronti di questo genere di rapporti siano diminuiti con l’aumentare dei casi. Non per questo, tuttavia, gli “amanti da scrivania” possono permettersi di ignorare che queste relazioni sono spesso complicate e piene di rischi: solo rispettando le regole che “Office mate” elenca è possibile uscire sani e salvi anche dalle più burrascose combinazioni di lavoro e sentimenti. Se resistere al fascino del diretto superiore o dipendente sembra un’impresa impossibile, allora bisogna tutelarsi per non scivolare nel peggiore degli scenari: una relazione che naufraga in una causa per molestie sessuali. In particolare, sta a chi occupa la posizione di maggior grado il compito di evitare a tutti i costi l’innescarsi di questi rapporti: chiedere un appuntamento a un sottoposto pone infatti quest’ultimo in una condizione di sudditanza psicologica, nel timore che ad un rifiuto possa seguire il licenziamento. Meglio evitare, quindi, di mettere in difficoltà il dipendente. Se però l’interesse è reciproco, allora è saggio tutelarsi con quello che l’avvocato del lavoro Kathleen McKenna chiama “contratto di Cupido”, una certificazione del carattere consensuale della relazione, che dovrebbe difendere da eventuali accuse di molestie e da guai con la politica aziendale in materia di rapporti fra il personale. Ma sopra ogni cosa, ogni lavoratore deve tenere bene a mente che spesso la fine di una storia fra colleghi, soprattutto se appartenenti allo stesso settore e quindi forzati alla convivenza, si traduce per almeno uno dei due nella perdita - volontaria o meno - del posto: meglio valutare prima, allora, se un amore da scrivania vale la serenità e il proprio lavoro.

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