mercoledì 22 ottobre 2008

SINDROME DEL SORRISO SPENTO

Si chiama "sindrome del sorriso spento" ed e' la piu' diffusa "patologia" delle coppie di oggi arrivando a colpirne almeno una su cinque. E' uno stato di solitudine interiore, di sofferenza per le situazioni della vita che non puo' essere reso visibile per evitare di far male al partner o ai figli. Per cui, l'incomunicabilita' tra i partner, si traduce nello smodato desiderio di entrare in relazione con molteplici persone attraverso l'utilizzo di chat line, sms, mms, e-mail, e all'insorgere delle piu' diffuse patologie sessuali quali impotenza, calo del desiderio, dolore.
I soggetti all'interno della coppia si ritirano in silenzio sopportando le situazioni della vita. Si rendono conto che proprio per la sofferenza che hanno non possono renderla molto visibile perche' farebbero del male ad altre persone o perche' considerano che il partner potrebbe subire conseguenze psicologiche o perche' si puo' ripercuotere sui figli.
Questa diffusa solitudine interiore che porta a comunicare sempre meno trova la soluzione negli enormi progressi in campo tecnologico che paradossalmente permettono una velocita' comunicativa e la possibilita' di entrare in relazione con altri (internet, sms, mms). Arriviamo addirittura ad ipotizzare che questo possa spiegare il fenomeno delle persone che spariscono di casa.

L'AMICODIPENDENZA SU FACEBOOK

Si chiama “friendship addiction”, “amico-dipendenza”, ed è una vera epidemia che sta esplodendo negli ultimi anni, soprattutto a causa del social network Facebook. A individuare e coniare questa nuova patologia è David Smallwood, uno dei principali psicologi britannici, esperto di dipendenze. Smallwood ha scritto su un articolo pubblicato dal quotidiano britannico “Daily Mail” che Facebook alimenterebbe l'insicurezza degli utenti, che non riescono a staccarsi dal sito. Le donne sono particolarmente vulnerabili perché il più delle volte la loro autostima deriva dai rapporti che instaurano con gli altri e Facebook aumenta questa peculiarità emotiva, obbligando gli utenti ad 'acquisire' centinai di amici. Facebook ha quasi 60 milioni di utenti, con due milioni di nuovi iscritti a settimana. Alcune ricerche hanno dimostrato che i siti di social networking stanno diventando un sostituto per le famiglie nei paesi dove, come in Gran Bretagna, i legami tradizionali sono diventati più deboli. Smallwood ha dichiarato che almeno il 10 per cento della popolazione è vulnerabile all'“amico-dipendenza”. “Il problema con Facebook è che l'acquisizione di nuovi amici - ha detto lo psicologo - è per quasi tutti un processo di assuefazione. L'acquisizione di amici è come qualsiasi altra fissazione, solo più competitiva. Si viene cioè giudicati da quanti amici on-line si hanno”. Lo psicologo ha raccontato come pian piano un utente possa anche ammalarsi per colpa di Facebook. Secondo Smallwood, Facebook rischia di aggravare la sensazione di essere respinti e potrebbe isolare ancora di più gli utenti alla ricerca disperata di amici on-line.
Data articolo: ottobre 2008 Fonte: salute.agi.it

VENDETTA COL PORNO (REVENGE PORN)

Cresce il numero di fidanzati respinti o delusi che danno vita al "revenge porn". E manca un reato che lo punisca

A dettare il trend, come spesso accade, sono state le star... Ma ora l’idea di mettere su internet foto o video a luci rosse del proprio ex – il cosiddetto “revenge porn”, o “vendetta porno” - sta assumendo dimensioni preoccupanti. Tanto che negli Stati Uniti si inizia a pensare di istituire un reato ad hoc.

GLI ULTIMI CASI - Uno dei casi più recenti è quello di Jared Wolny, 24 anni, e Tessa Komer, 21, due ragazzi dell’Università della Georgia. Dopo una storia lampo, iniziata su internet e culminata in un anello di fidanzamento, la rottura ha spinto Jared a infilarsi nella pagina di Facebook dell’ex ragazza. Per metterci delle foto (della ex), ovviamente senza veli. Jared è stato arrestato a maggio, rilasciato su cauzione, e ora aspetta il processo. Meglio è andata a David Feltmeyer, 34enne di Chesterfield, Virginia: indagato per aver masterizzato su dvd un video a luci rosse della sua ex, e averne distribuite delle copie gratuite con tanto di nome, indirizzo e numero di telefono (sempre dell’ex), se l’è cavata con 90 giorni (sospesi dalla condizionale), grazie a una difesa che spiegava che “questo non è un reato, è solo uno scherzo”.

IL BUSINESS - Chi non scherza, invece, è la fiorente industria del porno su internet. Che ha immediatamente fiutato le potenzialità del nuovo “genere”, creando siti ad hoc (come revengeporn.net, o alcune sezioni su Shoosh Time). «Ma quelli sono video girati da professionisti, che fingono di volersi “vendicare” di qualche ex», spiega Kurtis Potec, 25 anni, direttore di Xtube, una delle moltissime versioni “hard” di YouTube, sulle quali chiunque può mettere il proprio video porno amatoriale. “Il problema, almeno per noi, è che ci arrivano moltissimi video con nome, indirizzo e numero di telefono della ragazza nel filmato. E sono spesso tra i più cliccati”. Solo lo scorso anno Potec ha ricevuto oltre mille richieste da parte di uomini (pochi) e donne (la stragrande maggioranza) per togliere un filmato di “vendetta porno”. “E il trend è in continua crescita, soprattutto tra gli uomini gay”.
E mentre aumenta il numero di casi, cala l’età media degli esposti alla “gogna informatica”. Alex Phillips, 17enne di La Crosse, Wisconsin, non s’è fatto scrupoli a mettere sul suo profilo MySpace le foto nude della sua ex, appena 16enne.

LA LEGGE - «Queste azioni vengono condannate come tentativi di ricatto, o diffamazione», spiega Michael Fertik, 30enne direttore di ReputationDefender, studio legale specializzato nella difesa della privacy. «Ma finché non ci sarà un reato apposito, il rischio è alto». Come difendersi? «La prima cosa da fare è, ovviamente, evitare di girare video o farsi scattare foto porno. Il revenge porn è come una malattia sessualmente trasmissibile: succede solo quando si mescolano sesso e irresponsabilità».
Articolo completo al seguente indirizzo:

DECALOGO AL FINE DI CONFESSARE UN TRADIMENTO

MILANO - Confessare al proprio partner un tradimento può alleviare i sensi di colpa, ma rischia di trasformare la propria vita in un inferno. Lo sanno bene i piu' incalliti Don Giovanni che spesso negano una relazione extraconiugale anche davanti a prove inconfutabili.
Un
articolo pubblicato sul sito web del Times di Londra sembra sdoganare questa filosofia del silenzio, anche se, ricorda il quotidiano inglese, vi sono casi estremi in cui e' sempre meglio confessare l'adulterio.
LE DIECI COSE DA SAPERE - Alla fine prima di "vuotare il sacco" ogni fedigrafo pentito dovrebbe pensare a ciò che va incontro e ricordare queste 10 importanti verità:
1) Essere infedeli non e' una cosa comune come tante persone credono. Una ricerca del 2006 condotta dalla Bbc su un campione di 46.000 persone rivela che solo un marito su cinque e una moglie su dieci hanno tradito il proprio consorte durante la loro vita matrimoniale. Messaggio sottinteso del Times : «Non cercate di salvare il rapporto di coppia con la falsa verita’ che tutti tradiscono»
2) Se durante un viaggio di lavoro si commette eccezionalmente un adulterio e il proprio partner non ha modo di scoprirlo, chi vuole preservare il proprio rapporto di coppia deve sapere che l'onesta non e' necessariamente la migliore stategia da adottare.
3) I sensi colpa ti attanagliano e vuoi un giusto consiglio? Allora rispetta il tuo partner e invece di rivolgerti ad un amico, chiedi un parere ad una persona davvero terza. In Inghilterra vi sono «i consiglieri telefonici», veri e propri professionisti, che alla modica cifra di 45 sterline all'ora offrono i propri pareri su qualsiasi questione amorosa (In Italia purtroppo tanti partner infedeli e pentiti continuano a rivolgersi a cartomanti televisive).
4) Se la relazione extraconiugale è in corso e c'è la possibilità che qualcun altro possa rivelare il tradimento al tuo partner, anticipalo e confessa tutto. Aver ceduto per una notte alla tentazione può essere perdonato. Chi mente invece non e' mai perdonato.
5) Non si può compromettere la salute sessuale del proprio partner. Se sei stato così sciocco da fare del sesso non protetto fai dei controlli. Naturalmente alcuni virus che si trasmettono per via sessuale come quello dell’HIV s'individuano solo dopo almeno tre mesi dal rapporto sessuale occasionale. Dunque in questi casi bisogna confessare sempre la verita' al partner affinche' lui o lei possano sottoporsi agli stessi controlli medici.
6) Quando confessi il tradimento al tuo partner il tuo motivo ispiratore dovrebbe essere un genuino desiderio di cambiare o terminare con delicatezza la propria relazione amorosa. Mai confessare per alleviare il proprio senso di colpa, per sfogarsi o per pareggiare i conti.
7) L'infedeltà è spesso un sintomo, non una causa, delle difficoltà in una relazione e confessare potrebbe rafforzarti nell'affrontare questioni fondamentali. Ad esempio, se tu sei ubriaco o hai preso qualche droga durante le tue relazioni extraconiuguali, il tuo vero problema forse non è la fedeltà, ma la tua dipendenza da droga e alcol.
8) Frank Pittman, uno psichiatra esperto di relazioni affettive, dice che ci sono 4 tipi di infedeltà: a) l'infedelta' involontaria (si tratta di un rapporto non voluto che capita a volte quando si e' ubriachi o a causa della propria negligenza);b) il tradimento romantico (incontri qualcuno che e' meraviglioso mentre tu stai vivendo una grande crisi nella tua vita)c) l'accordo matrimoniale (e quel tipo di tradimento che ti conforta mentre tu stai vivendo un matrimonio che non vuole finire e non vuole rinascere); d) il tradimento del donnaiolo (quello vissuto dagli uomini che hanno continuamente bisogno di affermare la loro virilita' o dalle donne che sono figlie di ex mogli di donnaoioli)
9) I rapporti extraconiugali sono la principale causa di divorzio
10) Solo il 3% di 4100 uomini infedeli alla fine lascia la propria moglie e si sposa con l'amante. Inoltre il 75% delle persone che sposano le loro amanti prima o poi divorziano
Articolo completo al seguente indirizzo:
http://www.corriere.it/cronache/08_ottobre_20/dieci_cosa_da_sapere_confessare_tradimento_932ea24e-9eb1-11dd-b7ca-00144f02aabc.shtml