venerdì 19 dicembre 2008

FILM ROMANTICI NOCIVI ALL'AMORE ?

"NEI film d'amore lui la rincorre, sale i gradini di una scala antincendio con una rosa in bocca e, sfidando vertigini e pregiudizi, le chiede di sposarlo. E anche quando non ha l'intraprendenza di Richard Gere, il protagonista delle commedie romantiche non riesce comunque a dimenticare la sua lei e vaga sconsolato per le strade di Notting Hill. Secondo gli psicologi specialisti in relazioni familiari dell'Università Heriot Watt di Edimburgo tutto questo fa male all'amore: le commedie romantiche danno una visione edulcorata della realtà e di conseguenza poco sana per la vita di coppia. Una conclusione che farà felice lo psicoterapeuta statunitense Gary Salomon, il primo nel 1997 a parlare di cineterapia, secondo il quale i film hanno un effetto preciso sui nostri equilibri mentali. Lo studio scozzese è partito da un esperimento pratico che ha coinvolto 100 volontari, ad alcuni facendo guardare commedie come Serendipity e ad altri film di David Linch. I primi, dopo aver seguito le "magiche casualità" che legano i destini di Kate Beckinsale e John Cusack, erano più propensi a credere all'amore predestinato, e comunque al di là del film avevano una concezione più "fiabesca" dell'amore. I fan di "Love actually", "Se scappi ti sposo", "C'è posta per te" e "Ghost" credono insomma che il prototipo dell'amore sia quello presentato da queste commedie, dove generalmente i due si innamorano, si rincorrono e alla fine, aiutati da un destino benevolo, vanno a convivere felici e contenti.
"Si tratta del primo studio sistematico su questo argomento - spiega lo psicologo Roberto Cavaliere, Presidente della Asipdar (Associazione Studio e Intervento Problematiche e Dipendenze Affettive e Relazionali) - e, per quanto riguarda gli effetti sul processo relazionale, sono assolutamente d'accordo con i risultati della ricerca. Certe commedie, così come certi libri, non aiutano a capire che la relazione di coppia è qualcosa che va progettata nel tempo, attraverso mille difficoltà. Diciamo però che questi film fanno male a chi ha già di per sé una visione patologica dell'amore. Si tratta insomma di un qualcosa che accentua un problema di fondo già esistente". Gli amanti delle commedie romantiche, spiegano gli psicologi scozzesi, hanno in genere grosse difficoltà a comunicare con il partner, ostacolati da una concezione dell'amore poco aderente alla realtà. La responsabilità sarebbe anche di questi film, scritti per solleticare i neuroni e non per dare consigli sul modo migliore per affrontare la vita di coppia. Lo psicologo Bjarne Holmes, uno degli autori dello studio, spiega che "I consulenti matrimoniali spesso vedono coppie che credono che il sesso debba sempre essere perfetto. Ci sono persone che credono al destino: secondo loro, se qualcuno è destinato a stare con te, saprà riconoscere perfettamente le tue necessità, senza bisogno che tu gliene parli. I media hanno una grossa fetta di responsabilità nella costruzione di certi miti". Il primo a lanciare l'allarme fu Gustave Flaubert, l'iniziatore del realismo e il creatore di un personaggio complesso come la Signora Bovary. Fu lui a parlare, quasi due secoli fa, della "diseducazione sentimentale dei romanzi d'amore". Dopo di lui gli studiosi hanno iniziato a concentrarsi sulla cosiddetta "visione fusionale" che certi romanzi davano della vita di coppia, presentata come la fusione tra due dolci metà e non, più correttamente, come l'unione di due unità. "L'amore romantico è sempre stato descritto in modo fiabesco e irreale - conclude Cavaliere - ma le cose forse negli ultimi anni sono cambiate: le persone che hanno meno di 35 anni sono molto più disilluse, ciniche, non tutte credono all'amore romantico. Io mi scontro spesso contro giovani che non hanno nessuna fiducia nell'amore". Studi recenti dimostrano infatti che i più romantici sono gli uomini di 53 anni: un sondaggio britannico ha analizzato il comportamento di 1000 soggetti tra i 18 e i 35 anni, dimostrando che è solo dopo i 50 anni che gli uomini si trasformano in teneri amanti tutti fiori, champagne e cenette. Al contrario dei propri figli, che omaggiano la fidanzata di un mazzo di fiori o di una cena a lume di candela solo ogni tanto, ben il 44 per cento dei "padri" lo fa abitualmente. Per non parlare del tradimento, altra spina nel fianco per i ragazzi di oggi. Le probabilità di tradire il partner in una relazione, quantificate recentemente da uno studio canadese, interessano dal 40 al 76 per cento delle giovani relazioni. Secondo i ricercatori, l'infedeltà potrebbe essere una precisa strategia di fuga per coloro che non riescono a innamorarsi davvero e prendersi delle responsabilità. E chissà che a generare tanta insicurezza non siano proprio i film alla "Notting Hill", perfetti per farci passare dal caldo tepore del romanticismo alla doccia fredda della quotidianità. (17 dicembre 2008)
ARTICOLO COMPLETO AL SEGUENTE INDIRIZZO:

domenica 7 dicembre 2008

SOLO 3 COPPIE SU DIECI FEDELI ?

SOLO tre coppie su dieci sarebbero fedeli, secondo le ultime statistiche. Siamo un popolo di fedifraghi e l'adulterio appare ormai come una pratica igienica, spogliata di ogni senso di colpa. Tradiscono più gli adulti dei giovani, più gli uomini delle donne, più i cittadini delle metropoli che gli abitanti dei piccoli centri. La stagione più favorevole è l'estate, ed è una miccia che spesso si accende in ufficio.

Secondo l'associazione Matrimonialisti Italiani il 60 per cento dei tradimenti coniugali avviene sul luogo i lavoro. L'età più a rischio, soprattutto per gli uomini, è compresa fra i 40 e i 50 anni, e in circa il sette per cento dei processi di separazioni e divorzio sono segnalate infedeltà di tipo omosessuale. Vi è poi la nuovissima tendenza del cosiddetto adulterio virtuale, quello che si consuma via internet.

Sono 800 mila gli italiani che passano almeno quattro ore al giorno davanti al computer, in chat. Un universo parallelo, che può regalare tentazioni irresistibili, a uomini e donne, età circa 35 anni, cultura medio-alta, in buona parte coniugati. Se navigare in rete troppo a lungo comincia a essere inserito anche in Italia tra i motivi di separazione, viene dalla Gran Bretagna la notizia della prima infedeltà virtuale per la quale è stato chiesto il divorzio: lui, David Pollard, aveva una relazione su Second Life, il più incorporeo dei tradimenti.

Quanto alla vita reale, la rete pullula di guide pratiche all'adulterio, di decaloghi "per non farsi beccare", trucchi, sotterfugi, suggerimenti, occhio agli sms e alle email, siti (per esempio tradimento. net) e social networks dove intrecciare nuove avventure con garanzia di riservatezza, con la possibilità di selezionare il profilo del partner e di scegliere persino la durata del legame. Aumentano esponenzialmente le storie di sesso fra persone che si sono conosciute online, e si moltiplicano anche i siti che vendono alibi per adulteri.

Oggi l'infedeltà sembra essere diventata uno stile di vita, quasi una moda, un'opzione di massa e sempre più sessuologi disquisiscono di "adulterio terapeutico che fa bene all'armonia della coppia". Da scandalo a motivo di vanto, una trasgressione veniale, sdoganata, derubricata. Quasi un diritto, un'opportunità per esprimersi, in certi casi per risarcirsi, basta scorrere le varie poste del cuore.

(1 dicembre 2008)

DIFFERENZE FRA UOMINI E DONNE NEL TRADIMENTO

NEW YORK
Troppo sospettosi e guardinghi, gli uomini non si fidano della fedeltà della partner anche se non hanno motivi di dubitare; ma quando lei tradisce, lui sa scoprire le corna nel 75% dei casi. Lei invece è più brava di lui a nascondere il tradimento. È quanto emerge da uno studio dello psicologo Paul Andrews della Virginia Commonwealth University di Richmond pubblicato sulla rivista Human Nature e reso noto questa settimana dal magazine New Scientist. Ma non è tutto, dallo studio è emerso pure che malgrado sia meno brava a scoprirlo in fallo e anche meno ingiustamente sospettosa del partner, lei sembra anche più abile a non farsi scoprire.
Gli psicologi hanno proposto dei questionari confidenziali a 203 giovani coppie e le differenze tra i sessi in fatto di corna sono emerse lampanti: intanto il 29% degli uomini ha ammesso di essere stato infedele contro il 18,5% delle donne. Poi lui ha mostrato di essere più guardingo di lei e molto spesso a sproposito, diffidando ingiustamente della fedeltà della partner. Però quando infedeltà c’è stata è sempre lui il più bravo a scoprirla: le sue deduzioni in fatto di fedeltà o infedeltà della partner si rivelano infatti corrette nel 94% dei casi (contro l’80% di quelle di lei), e lui nel 75% dei casi riesce a cogliere in fallo la partner fedifraga, cosa che a lei riesce solo nel 41% dei casi.

venerdì 28 novembre 2008

UNA COPPIA SU 10 LITIGA IN LUNA DI MIELE

Tornare depressi dopo le nozze, invece che felici e innamorati? È questa la preoccupante tendenza che si sta diffondendo fra le giovani coppie: è, infatti, in aumento il fenomeno della depressione “post-nuziale” che colpisce ormai una coppia su dieci prima, durante e soprattutto dopo una luna di miele che è diventata l'ultimo argine prima della crisi. È quanto appurato da una ricerca americana riportata sulle pagine del britannico Daily Mail.

Luna di fiele - A fare fede, spiegano gli psicologi, il boom di richieste di aiuto agli psicologi, praticamente subito dopo le nozze. Le aspettative sono troppo elevate, e la vita coniugale porta a un traumatico esaurimento, fatto di quotidianità e di litigate impreviste.
Pentite delle nozze - "Dopo tutta la pianificazione e l'eccitazione del grande giorno - dicono i medici - un numero crescente di spose entrano in sofferenza post-nuziale". E una coppia su dieci comincia addirittura a ripensarci, prova rimorso per il grande passo appena compiuto, diventa triste. Una statistica calcolata sugli Stati Uniti, ma che secondo gli esperti si può applicare tranquillamente anche all'Europa.

Sane litigate per poi fare pace - E Internet diventa il “muro del pianto” dove sfogare le frustrazioni: secondo lo psicologo Michelle Gannon, di San Francisco, un crescente numero di giovani spose sono alla ricerca di risposte sul matrimonio nei mille siti web nati come funghi per soddisfare questi dubbi. Ma Gannon rivolge un appello agli sposini di tutto il mondo: discutere di sesso, di denaro, o del tempo libero da passare insieme, è perfettamente normale. "Pensavate di non dover più combattere una volta all'altare? - scrive lo psicologo sul Daily Mail - Ma siete umani, è normale litigare. Piuttosto siate indipendenti, e pensate che siete voi responsabili della vostra felicità".

giovedì 13 novembre 2008

COME LITIGANO OGGI LUI E LEI

ROMA - L'amore non vince tutto. Perde miseramente, ad esempio, al cospetto di oggetti casalinghi piuttosto pacifici come: il dentifricio, le chiavi della macchina, la macchina stessa; il cesto della biancheria, la lavatrice, il water, il telecomando ed il telefono. Quando una coppia confessa che da venti anni discute sempre delle stesse cose, intende dire che discute di una delle cose di cui all'elenco precedente. Ma non ci si lascia perché il dentifricio è spremuto male, o per la durata delle telefonate dopo cena: anzi, più spesso si sta insieme grazie a questo.
Così afferma il nuovo saggio del sociologo francese Jean-Claude Kaufmann, da lui intitolato (piuttosto benevolmente) "Le baruffe d'amore", eedito dal Mulino (16 euro): "L'irritazione per l'altro è una stranissima sensazione, che pure svolge un ruolo decisivo nella strutturazione della coppia", racconta l'autore. Le storie sono state raccolte dallo staff di Kaufmann attraverso annunci sui giornali, e il sociologo ha poi tenuto con le coppie volontarie lunghe corrispondenze via mail: più con le donne che con gli uomini, più restii ad affrontare le questioni spinose o a parlare di vicende intime. Le coppie protagoniste sono coppie felici, perché nel libro si fa un'antropologia della vita comune, non di casi patologici. Secondo Kaufmann esiste una formidabile equazione nella vita amorosa. E cioè che 1+1 faccia 4. In quei primi mesi di fusione e di incanto, l'amore si regge sull'idea che 1+1 faccia 1, che lui e lei si comprendano, amino e rispecchino al punto da essere una cosa sola (come dice l'adagio popolare).


Ma la vera matematica delle coppie è sballata: 1 (uomo) più 1 (donna) fanno infatti 4 persone, perché ognuno si porta dentro, conficcato nel cuore e negli schemi misteriosi della nostra mente, anche il proprio schema-padre e schema-madre. Quanto agli oggetti di cui si discute nelle coppie, all'inizio della nuova avventura coabitativa o dopo trenta anni di vacanze insiemesi va dalla salsa di pomodoro al dentifricio grande, dall'immondizia alle spese al supermercato, dai risparmi in banca alle telefonate di Natale agli zii, e tutti si caricano di ogni altro conflitto latente.
I confini di queste baruffe sono imprecisi: ma dietro il marito che rimette in lavatrice le camicie appena lavate e stirate dalla moglie a 40 gradi (perché lui è un teorico dei 60 gradi e "lei me lo fa di proposito") c'è collera e conti in sospeso. E fa ridere la moglie che confessa: "Io non posso fare l'amore con qualcuno che mi rinfaccia di aver condito male l'insalata".
(13 novembre 2008)

mercoledì 5 novembre 2008

L'AMORE SU FACEBOOK E' DIVENTATO UNA TRUFFA

«Arrestata per errore, devo pagare l’avvocato»: gli spilla 23 mila euro
«CHIEDO AIUTO». La giovane, 24 anni, racconta di non avere soldi, l’uomo, 28 anni, le invia diverse somme e cointesta l’auto Innamorarsi su «Facebook» e trovarsi col conto prosciugato «grazie» all’amata che poi nella realtà non era la «bellezza» immortalata nella foto postata nel profilo dalla ragazza. Alla fine l’innamorato truffato si è rivolto alla polizia denunciando l’accaduto.
Lui è mestrino, ha 28 anni, un lavoro sicuro e un gruzzoletto in banca. Anzi, aveva. Lei ha 24 anni, abita a Treviso ed è di origine nomade anche se da tempo la sua famiglia è stanziale. La vicenda ha inizio alcuni mesi fa. Il giovane come milioni di persone si iscrive alla community che in questo momento va per la maggiore. E in quel luogo d’incontro virtuale conosce una ragazza con cui messaggia. E’ una bella ragazza. Almeno stando alla foto che c’è nel profilo. Un messaggio tira l’altro. La reciproca simpatia si trasforma ben presto in attrazione. Reciproca, sembra. Stando a quanto anche lei sostiene nei messaggi. Di sicuro lui perde la testa per la giovane. Ad un certo punto il ragazzo vuole andare al sodo e incontrare la giovane. E qui comincia la vicenda comica. La ragazza risponde che le piacerebbe molto ma non può incontrare nessuno tranne i famigliari e tantomeno uscire di casa. Gli spiega di trovarsi agli arresti domiciliari perché sorpresa dai carabinieri in un cantiere edile è stata arrestata per furto. Anche se «naturalmente» lei non centra nulla. E non può far nulla visto che non ha 2.600 euro per l’avvocato che deve presentare la richiesta di libertà al Tribunale del riesame. E che problema c’è? Ci pensa lui, l’innamorato che brama per vederla. Ecco pronti i soldi in contanti. E siccome lei non può uscire, manda all’appuntamento il padre. Si raccomanda col ragazzo di non dire al padre il motivo dell’incontro e di consegnargli una busta chiusa con i soldi. Questo perché se il padre sa il motivo, dice lei, la riempie di botte. Naturalmente la «liberazione» della ragazza non è così automatica come spera il giovane che deve attendere e si deve accontentare degli incontri virtuali. E tra un sospiro, un bacio e l’amore declamato, tutto virtualmente, il tempo passa. Ma i soldi per l’avvocato non bastano. E ci mancherebbe altro. Ne servono altri e per questo la ragazza si rattristisce. Nei messaggi le faccine tristi si sprecano e lui naturalmente la consola. Non solo virtualmente, ma aprendo il portafogli. O meglio attingendo denaro dal conto corrente. Altro incontro col padre e altri soldi nella busta destinata all’amata. In tutto lui sborserà 23.200 euro.
I due parlano di tutto. Delle loro famiglie, dei loro lavori, della quotidianità e di quanto sarà bello quando potranno vedersi di persona. Ma la quotidianità è fatta anche di difficoltà. Ne sa qualche cosa anche il padre della ragazza che lavora come restauratore di opere lignee in chiese della Croazia. Ha problemi perché rotta l’auto non può acquistarne una. E che problema c’è? Ci pensa il giovane innamorato. Basta poco, una visita ad una concessionaria di Mestre e un’auto nuova viene acquistata. Questa volta però viene presa una piccola precauzioone: l’auto è intestata al ragazzo e al padre dell’amata. Ma l’auto naturalmente finisce in Croazia dove la usa il padre restauratore.
Ma finalmente arriva il momento tanto atteso: i due giovani si possono incontrare. Si trovano a Treviso a casa della ragazza. E qui il mestrino si rende conto di essere stato ingannato. Anche perché la foto che la ragazza ha postato nel profilo risale a diversi anni prima e lei ora ha una ventina di chili in più. Scopre altre discrepanze rispetto a quanto raccontato dalla tanto virtulmente amata. E alla fine si rivolge alla polizia e sporge denuncia per truffa.
Ma molto probabilmente vedrà ben pochi soldi. Anche se la foto non era recente.(28 ottobre 2008)

Fonte e articolo completo:

L'AMORE E' QUESTIONE DI MANI

Non ci innamoreremmo mai di un termosifone né usciremmo mai con una stufa, ma forse è giusto sapere che non sarà più possibile dopo una stretta di mano un po` freddina rispondere "mani fredde cuore caldo". Secondo una ricerca dell`Università di Yale, che sarà pubblicata oggi sulla rivista Science, il calore corporeo guida l`interpretazione dei nostri sentimenti nei confronti degli altri e quindi una mano calda può essere d`aiuto.

Quella persona è fredda. Per un proverbio che se ne va, un`altra espressione tipica resiste. Quando si dice di una persona distaccata e un po` scostante che è fredda non si sbaglia. Lo stesso quando si definisce "calda" una persona cordiale e socievole. A dimostrarlo gli esperimenti dei ricercatori. Anche un cappuccino o un thè bollente possono fare la differenza. I test hanno dimostrato che è più facile giudicare positivamente al primo sguardo una persona che sorseggia una bevanda calda, rispetto a una che ne manda giù una con ghiaccio.

Sconosciuti in ascensore. Per provare la loro ipotesi gli esperti di Yale, guidati dallo psicologo Lawrence Williams, hanno preparato un percorso per i partecipanti al test: dovevano arrivare al quarto piano per raggiungere il laboratorio e nel frattempo prendere un ascensore nel quale incontravano un ricercatore in incognito e un po` maldestro, che chiedeva un aiuto per reggere una bevanda calda o una fredda. Arrivati nel laboratorio dovevano rispondere a un questionario su un soggetto immaginario. I ricercatori hanno scoperto che chi aveva tenuto tra le mani una tazza di caffè caldo descriveva la persona come socievole e generosa, al contrario chi aveva portato su una bevanda fredda definiva la stessa persona egoista e antisociale.

Data: 24-10-2008

Fonte e articolo completo: http://salute24.ilsole24ore.com/salute/mentecorpo/816_M_ama_o_non_m_ama_�_una_questione_di_mani.php

TELEVISIONE E SESSO

WASHINGTON – Gli adolescenti e le adolescenti americani che guardano molto sesso alla tv - show come “Sex and the city” a esempio - fanno due volte tanto l’amore di quelli che non lo guardano, e provocano il doppio delle gravidanze. Lo riferisce l’autorevole rivista Pedriatics della Accademia di medicina infantile che dal 2001 al 2004 ha condotto una ricerca su 2.000 ragazzi e ragazze dai 12 ai 17 anni.

IL RUOLO DELLA TV - Secondo i ricercatori, più sesso, o anche solo più dibattiti su di esso vengono trasmessi alla tv, più i giovani finiscono per praticarlo. Anita Chandra, la direttrice della ricerca, ricerca che ha destato molto scalpore, ha ammonito che l’aumento delle gravidanze tra le teenagers è dovuto soprattutto «al forte contenuto sessuale di alcuni programmi tv», e ha citato anche «Friends» e »That ’70 show» nonchè altri sceneggiati. Nei quattro anni della nostra ricerca, ha protestato la Chandra, «lo abbiamo visto raddoppiare e farsi sempre più esplicito. Il risultato è che molti ragazzi e ragazze diventano sessualmente attivi prima del normale».


GRAVIDANZE E PICCOLO SCHERMO - La direttrice della ricerca di Pediatrics ha ammesso che altri fattori possono influire sul comportamento sessuale dei teenagers, ma ha insistito che «il legame tra le gravidanze e la tv è innegabile». La nostra cultura, ha asserito, esalta il sesso, i media soprattutto, alla tv lo si vede anche nei cartoni animati: «Le famiglie devono verificare quali show i figli seguono e spiegare che il sesso può portare a gravidanze non volute e malattie. E la tv deve moderarsi da sola, senza cadere nella censura». Anita Chandra ha spiegato di avere analizzato i 23 show preferiti degli adolescenti e delle adolescenti americane e di avere scoperto che nel corso di un anno «si vedono centinaia di scene e si sentono centinaia di dialoghi titillanti». E ha suggerito altre ricerche per rimediare al fenomeno. Ma le sue conclusioni, riportate in prima pagina dal Washington Post, le prime del genere, hanno innescato accese polemiche sulla libertà sessuale dei giovani. Il governo Bush ha cercato di contenerla finanziando con un miliardo di dollari corsi sull’astinenza nelle scuole, nelle chiese ecc. Governatori come Arnold Schwarzenegger in California hanno reso invece obbligatorio l’insegnamento del sesso. Nessuno tuttavia ha riscorso un grande successo: Kalleen Kaye della Campagna per la prevenzione delle gravidanze non volute delle teenagers ha lamentato che «la situazione sta peggiorando». Il problema non è limitato alle minori di 18 anni: in America, quasi un terzo delle nascite è dovuto alle «single», le ragazze madri.

03 novembre 2008

Fonte e articolo completo:
http://www.corriere.it/salute/08_novembre_03/sesso_in_tv_aumento_attivita_sessuale_teenager_usa_6421649e-a9cb-11dd-bcaf-00144f02aabc.shtml

QUANDO IL SESSO CURAVA IL MAL D'AMORE

Tra relazioni contrastate e passioni non corrisposte, le pene d`amore hanno tormentato l`anima e il corpo di amanti di tutte le epoche: i medici dell`Inghilterra elisabettiana avevano addirittura identificato una vera e propria patologia con tanto di sintomi e terapie. È quanto emerge dalle ricerche di Lesen Dawson, studiosa dell`Università di Bristol.

Dawson afferma che lettere, diari, ricette mediche, testimoniano che uomini e donne tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo credevano che l`intensità della loro passione erotica li esponesse a gravi rischi per la salute fisica.

Gli studiosi dell`epoca credevano che la frustrazione sentimentale comportasse un aumento della temperatura corporea e della tensione a cui il corpo è sottoposto. Gli anatomisti riferivano di aver visto nei cadaveri sezionati di individui che pensavano fossero morti per troppo amore, cuori letteralmente “bruciati” e diversi danni fisici.

I personaggi shakespeariani hanno, però, qualche consiglio da elargire a un moderno Romeo dal cuore infranto: per guarire le pene d`amore bisogna mantenersi occupati, fare attività fisica o confessare la propria passione a un amico. Anche musica e viaggi sono considerati ottimi espedienti per distogliere da un`insana passione. Ma non è tutto. I medici elisabettiani ritenevano che il rimedio migliore per sanare le ferite d`amore fosse il sesso.

La medicina del tempo era infatti convinta che l`attività sessuale permettesse all`innamorato infelice di espellere umori e liquidi che altrimenti avrebbero finito per infettare anima e corpo. Niente salassi, clisteri, diete particolari o quadri astrali, quindi. Quando l`oggetto del desiderio rifiutava il corteggiamento, meglio ripiegare in fretta su altri obiettivi.
Data: 21-10-2008

Fonte e articolo completo:
http://salute24.ilsole24ore.com/salute/lei_e_lui/774_Tra_pizzi_e_sottane:quando_il_sessocurava_il_mal_d_amore.php

IN CHIESA LA RICERCA DEL PARTNER IDEALE

Andare a messa per trovare marito o moglie? In fondo, la fede, non solo quella nuziale, è anche questo. Tra le motivazioni che spingono a seguire le funzioni religiose ci sarebbe infatti anche quella di trovare l’anima gemella. Con requisiti difficili da trovare altrove se non in Chiesa. Affidabilità, valori condivisi, una minore predisposizione all’adulterio.

A sostenerlo è una ricerca condotta da Jason Weeden, ricercatore dell’università statale dell’Arizona, negli Stati Uniti. Risultato? Rispetto ad altre caratteristiche come l’età, il sesso, o la ricerca di un contatto con il divino, la possibilità di trovare un compagno di vita in preghiera accanto a noi risulta, secondo Weeden, la spinta più decisiva.

L’analisi è stata condotta su oltre 22mila fedeli che frequentano il culto delle chiese cristiane americane. E nel rispetto del credo biblico “andate e moltiplicatevi”, la ricerca pubblicata sulla rivista Evolution and Human Behaviour, indica come primo fattore di scambio tra i banchi della Chiesa un’empatia particolare su come crescere i bambini, sulla famiglia e sul sesso. Una delle preoccupazioni inconsce per cui ci si innamora in Chiesa sarebbe infatti quella di minimizzare il rischio di un tradimento. Al resto, spiegano i ricercatori, ci pensa la comunità che ha un efficace ruolo di controllo e protezione per entrambi i partner.
Data: 27-09-2008

Fonte e articolo completo:
http://salute24.ilsole24ore.com/salute/mentecorpo/44_A_Messa_in_cerca_del_partner_ideale_.php

NEL SESSO ALLE DONNE PIACCIONO I CATTIVI

Sguardo misterioso, modi sgarbati, bugie in serie e infedeltà nascoste. Il bello e maledetto, stereotipo di celluloide, non funziona solo sul “grande schermo”. Anche nella vita di tutti i giorni ci sono James Dean sfuggenti a cui le donne danno la caccia, innamorandosene più facilmente. O almeno questo è quanto sostengono due ricerche americane presentate a Kyoto nel corso di un convegno su comportamenti umani e l’evoluzione della società.

La carta vincente del maschio bugiardo è, secondo gli esperti, l’attività sessuale. Per Peter Jonanson dell’Università del New Mexico l’uomo impulsivo ha una tendenza a mentire molto più spiccata, ed è capace di circondare le donne di una tela di bugie macroscopiche e trame machiavelliche.

Quando questi espedienti non sono così espliciti da provocare un rifiuto nella partner, allora scatta la trappola, che si traduce in approcci sessuali più disinibiti. Il risultato è che i "belli e maledetti" hanno molti rapporti, soprattutto da giovani, cosa che “garantisce la maggiore diffusione del seme e quindi la preservazione della specie”, spiega Jonanson, che ha incrociato i profili psicologici dei suoi studenti con il numero delle relazioni sessuali e sentimentali.

Le cose, però, cambiano con l’avanzare dell’età. Una volta adulti, il modello "bello e cattivo" non funziona più e le donne preferiscono l’affidabilità, la cura della prole e la stabilità alle passioni “mordi e fuggi”.
Data: 02-10-2008

Fonte e articolo completo:
http://salute24.ilsole24ore.com/salute/lei_e_lui/35_Sesso__alle_donne_piacciono_i_cattivi.php

mercoledì 22 ottobre 2008

SINDROME DEL SORRISO SPENTO

Si chiama "sindrome del sorriso spento" ed e' la piu' diffusa "patologia" delle coppie di oggi arrivando a colpirne almeno una su cinque. E' uno stato di solitudine interiore, di sofferenza per le situazioni della vita che non puo' essere reso visibile per evitare di far male al partner o ai figli. Per cui, l'incomunicabilita' tra i partner, si traduce nello smodato desiderio di entrare in relazione con molteplici persone attraverso l'utilizzo di chat line, sms, mms, e-mail, e all'insorgere delle piu' diffuse patologie sessuali quali impotenza, calo del desiderio, dolore.
I soggetti all'interno della coppia si ritirano in silenzio sopportando le situazioni della vita. Si rendono conto che proprio per la sofferenza che hanno non possono renderla molto visibile perche' farebbero del male ad altre persone o perche' considerano che il partner potrebbe subire conseguenze psicologiche o perche' si puo' ripercuotere sui figli.
Questa diffusa solitudine interiore che porta a comunicare sempre meno trova la soluzione negli enormi progressi in campo tecnologico che paradossalmente permettono una velocita' comunicativa e la possibilita' di entrare in relazione con altri (internet, sms, mms). Arriviamo addirittura ad ipotizzare che questo possa spiegare il fenomeno delle persone che spariscono di casa.

L'AMICODIPENDENZA SU FACEBOOK

Si chiama “friendship addiction”, “amico-dipendenza”, ed è una vera epidemia che sta esplodendo negli ultimi anni, soprattutto a causa del social network Facebook. A individuare e coniare questa nuova patologia è David Smallwood, uno dei principali psicologi britannici, esperto di dipendenze. Smallwood ha scritto su un articolo pubblicato dal quotidiano britannico “Daily Mail” che Facebook alimenterebbe l'insicurezza degli utenti, che non riescono a staccarsi dal sito. Le donne sono particolarmente vulnerabili perché il più delle volte la loro autostima deriva dai rapporti che instaurano con gli altri e Facebook aumenta questa peculiarità emotiva, obbligando gli utenti ad 'acquisire' centinai di amici. Facebook ha quasi 60 milioni di utenti, con due milioni di nuovi iscritti a settimana. Alcune ricerche hanno dimostrato che i siti di social networking stanno diventando un sostituto per le famiglie nei paesi dove, come in Gran Bretagna, i legami tradizionali sono diventati più deboli. Smallwood ha dichiarato che almeno il 10 per cento della popolazione è vulnerabile all'“amico-dipendenza”. “Il problema con Facebook è che l'acquisizione di nuovi amici - ha detto lo psicologo - è per quasi tutti un processo di assuefazione. L'acquisizione di amici è come qualsiasi altra fissazione, solo più competitiva. Si viene cioè giudicati da quanti amici on-line si hanno”. Lo psicologo ha raccontato come pian piano un utente possa anche ammalarsi per colpa di Facebook. Secondo Smallwood, Facebook rischia di aggravare la sensazione di essere respinti e potrebbe isolare ancora di più gli utenti alla ricerca disperata di amici on-line.
Data articolo: ottobre 2008 Fonte: salute.agi.it

VENDETTA COL PORNO (REVENGE PORN)

Cresce il numero di fidanzati respinti o delusi che danno vita al "revenge porn". E manca un reato che lo punisca

A dettare il trend, come spesso accade, sono state le star... Ma ora l’idea di mettere su internet foto o video a luci rosse del proprio ex – il cosiddetto “revenge porn”, o “vendetta porno” - sta assumendo dimensioni preoccupanti. Tanto che negli Stati Uniti si inizia a pensare di istituire un reato ad hoc.

GLI ULTIMI CASI - Uno dei casi più recenti è quello di Jared Wolny, 24 anni, e Tessa Komer, 21, due ragazzi dell’Università della Georgia. Dopo una storia lampo, iniziata su internet e culminata in un anello di fidanzamento, la rottura ha spinto Jared a infilarsi nella pagina di Facebook dell’ex ragazza. Per metterci delle foto (della ex), ovviamente senza veli. Jared è stato arrestato a maggio, rilasciato su cauzione, e ora aspetta il processo. Meglio è andata a David Feltmeyer, 34enne di Chesterfield, Virginia: indagato per aver masterizzato su dvd un video a luci rosse della sua ex, e averne distribuite delle copie gratuite con tanto di nome, indirizzo e numero di telefono (sempre dell’ex), se l’è cavata con 90 giorni (sospesi dalla condizionale), grazie a una difesa che spiegava che “questo non è un reato, è solo uno scherzo”.

IL BUSINESS - Chi non scherza, invece, è la fiorente industria del porno su internet. Che ha immediatamente fiutato le potenzialità del nuovo “genere”, creando siti ad hoc (come revengeporn.net, o alcune sezioni su Shoosh Time). «Ma quelli sono video girati da professionisti, che fingono di volersi “vendicare” di qualche ex», spiega Kurtis Potec, 25 anni, direttore di Xtube, una delle moltissime versioni “hard” di YouTube, sulle quali chiunque può mettere il proprio video porno amatoriale. “Il problema, almeno per noi, è che ci arrivano moltissimi video con nome, indirizzo e numero di telefono della ragazza nel filmato. E sono spesso tra i più cliccati”. Solo lo scorso anno Potec ha ricevuto oltre mille richieste da parte di uomini (pochi) e donne (la stragrande maggioranza) per togliere un filmato di “vendetta porno”. “E il trend è in continua crescita, soprattutto tra gli uomini gay”.
E mentre aumenta il numero di casi, cala l’età media degli esposti alla “gogna informatica”. Alex Phillips, 17enne di La Crosse, Wisconsin, non s’è fatto scrupoli a mettere sul suo profilo MySpace le foto nude della sua ex, appena 16enne.

LA LEGGE - «Queste azioni vengono condannate come tentativi di ricatto, o diffamazione», spiega Michael Fertik, 30enne direttore di ReputationDefender, studio legale specializzato nella difesa della privacy. «Ma finché non ci sarà un reato apposito, il rischio è alto». Come difendersi? «La prima cosa da fare è, ovviamente, evitare di girare video o farsi scattare foto porno. Il revenge porn è come una malattia sessualmente trasmissibile: succede solo quando si mescolano sesso e irresponsabilità».
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DECALOGO AL FINE DI CONFESSARE UN TRADIMENTO

MILANO - Confessare al proprio partner un tradimento può alleviare i sensi di colpa, ma rischia di trasformare la propria vita in un inferno. Lo sanno bene i piu' incalliti Don Giovanni che spesso negano una relazione extraconiugale anche davanti a prove inconfutabili.
Un
articolo pubblicato sul sito web del Times di Londra sembra sdoganare questa filosofia del silenzio, anche se, ricorda il quotidiano inglese, vi sono casi estremi in cui e' sempre meglio confessare l'adulterio.
LE DIECI COSE DA SAPERE - Alla fine prima di "vuotare il sacco" ogni fedigrafo pentito dovrebbe pensare a ciò che va incontro e ricordare queste 10 importanti verità:
1) Essere infedeli non e' una cosa comune come tante persone credono. Una ricerca del 2006 condotta dalla Bbc su un campione di 46.000 persone rivela che solo un marito su cinque e una moglie su dieci hanno tradito il proprio consorte durante la loro vita matrimoniale. Messaggio sottinteso del Times : «Non cercate di salvare il rapporto di coppia con la falsa verita’ che tutti tradiscono»
2) Se durante un viaggio di lavoro si commette eccezionalmente un adulterio e il proprio partner non ha modo di scoprirlo, chi vuole preservare il proprio rapporto di coppia deve sapere che l'onesta non e' necessariamente la migliore stategia da adottare.
3) I sensi colpa ti attanagliano e vuoi un giusto consiglio? Allora rispetta il tuo partner e invece di rivolgerti ad un amico, chiedi un parere ad una persona davvero terza. In Inghilterra vi sono «i consiglieri telefonici», veri e propri professionisti, che alla modica cifra di 45 sterline all'ora offrono i propri pareri su qualsiasi questione amorosa (In Italia purtroppo tanti partner infedeli e pentiti continuano a rivolgersi a cartomanti televisive).
4) Se la relazione extraconiugale è in corso e c'è la possibilità che qualcun altro possa rivelare il tradimento al tuo partner, anticipalo e confessa tutto. Aver ceduto per una notte alla tentazione può essere perdonato. Chi mente invece non e' mai perdonato.
5) Non si può compromettere la salute sessuale del proprio partner. Se sei stato così sciocco da fare del sesso non protetto fai dei controlli. Naturalmente alcuni virus che si trasmettono per via sessuale come quello dell’HIV s'individuano solo dopo almeno tre mesi dal rapporto sessuale occasionale. Dunque in questi casi bisogna confessare sempre la verita' al partner affinche' lui o lei possano sottoporsi agli stessi controlli medici.
6) Quando confessi il tradimento al tuo partner il tuo motivo ispiratore dovrebbe essere un genuino desiderio di cambiare o terminare con delicatezza la propria relazione amorosa. Mai confessare per alleviare il proprio senso di colpa, per sfogarsi o per pareggiare i conti.
7) L'infedeltà è spesso un sintomo, non una causa, delle difficoltà in una relazione e confessare potrebbe rafforzarti nell'affrontare questioni fondamentali. Ad esempio, se tu sei ubriaco o hai preso qualche droga durante le tue relazioni extraconiuguali, il tuo vero problema forse non è la fedeltà, ma la tua dipendenza da droga e alcol.
8) Frank Pittman, uno psichiatra esperto di relazioni affettive, dice che ci sono 4 tipi di infedeltà: a) l'infedelta' involontaria (si tratta di un rapporto non voluto che capita a volte quando si e' ubriachi o a causa della propria negligenza);b) il tradimento romantico (incontri qualcuno che e' meraviglioso mentre tu stai vivendo una grande crisi nella tua vita)c) l'accordo matrimoniale (e quel tipo di tradimento che ti conforta mentre tu stai vivendo un matrimonio che non vuole finire e non vuole rinascere); d) il tradimento del donnaiolo (quello vissuto dagli uomini che hanno continuamente bisogno di affermare la loro virilita' o dalle donne che sono figlie di ex mogli di donnaoioli)
9) I rapporti extraconiugali sono la principale causa di divorzio
10) Solo il 3% di 4100 uomini infedeli alla fine lascia la propria moglie e si sposa con l'amante. Inoltre il 75% delle persone che sposano le loro amanti prima o poi divorziano
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http://www.corriere.it/cronache/08_ottobre_20/dieci_cosa_da_sapere_confessare_tradimento_932ea24e-9eb1-11dd-b7ca-00144f02aabc.shtml

lunedì 15 settembre 2008

SPOSI D'UFFICIO - COPPIE SOLO DI SCRIVANIA

MILANO - Il primo si chiamava Roberto. Poi è stata la volta di Luciano e Stefano e Paolo e Antonio... E’ finita perché se ne sono andati. O hanno fatto carriera. E non c’erano motivi perché le cose andassero avanti. «Sposi» d’ufficio con i quali passi più ore che con lo «sposo» di vita. Così li chiamano gli americani.
E’ il nuovo trend fra le scrivanie. Nulla a che vedere con storie di amore e (o) sesso (poco più che in stallo e non è una novità). Un po’ compagno di banco, un po’ amico del cuore. Lo «hanno» ormai il 32 per cento dei dipendenti Oltreoceano. Fonte: una ricerca della specializzata Vault. Già definiti, da una società di consulenza, anche i paletti, della scoperta figura: deve essere un pari-grado, nessun coinvolgimento fisico (al massimo un platonico corteggiamento) e tutto alla luce del sole alla faccia dei pettegolezzi.
Tre caratteristiche e altrettanti vantaggi: alle donne queste amicizia infondono nuove sicurezze, danno slanci al rendimento e trasmettono buon umore. E qui già le «spose» nicchiano. Lucy Kellaway, editorialista del Financial Times, fa la conta degli «ex» - sei in tutto, ora è single d’ufficio ed è caccia - li ritrova nell’identikit ma assolutamente non nei «benefici»: mai serviti per la carriera, solo all’umore. «Avere uno sposo in ufficio - scrive - ti rende più felice». Con loro parli di tutto (dal gossip ai problemi), ti confronti, vai a mangiare un panino, ridi, litighi.
E quando tutto finisce, ognuno per la sua strada: «Sono compagni di viaggi più o meno lunghi. E capita che sei così contenta che ci sia quel collega in ufficio che al mattino preferisci andare prima per far colazione con lui. Percorsi paralleli che possono anche prendere itinerari diversi - racconta una poliziotta che per regolamento non può dare nome e cognome - spesso, nel nostro lavoro, perché cambiamo sezione o città. O perché ci sono le carriere. E non puoi chiedere a un capo che mantenga con te un rapporto in esclusiva come quando ero un tuo collega. Il suo ruolo vuole che si divida con tutti. Non sarebbe giusto».
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domenica 14 settembre 2008

PSICOBIOLOGIA DELL'AMORE

Perché scegliamo un partner al posto di un altro? Quali sono le caratteristiche fisiche, psicologiche e comportamentali che deve avere un partner per essere attraente? Ed ancora: cosa vogliamo da questa relazione? Se desideriamo un rapporto intenso e gratificante siamo disposti ad affrontare nuovi assetti relazionali che potranno trasformarci profondamente o stiamo invece cercando di mettere in atto un semplice copione di accoppiamento e mantenere il più possibile inalterato il nostro attuale stile di vita? Negli ultimi anni la ricerca scientifica sta cercando di comprendere la neurobiologia dell’amore, il senso profondo che orienta l’essere umano verso l’accoppiamento ed il legame affettivo Nel 1980 lo psichiatra Michael Liebowitz ha individuato nell’amore due stadi fondamentali: l’attrazione e l’attaccamento. Mentre nella prima condizione dominano le emozioni finalizzate alla costituzione della coppia (desiderio, piacere, esaltazione, speranza ma anche paura di perdere l’oggetto d’amore, l’attenzione focalizzata, la sensibilità estrema agli atteggiamenti dell’altro fino alla gelosia morbosa ed ingiustificata), mediate verosimilmente dai circuiti dopaminergici deputati a rappresentare le emozioni in risposta a stimoli edonici, nel secondo stadio è prevalente la sensazione di benessere, sicurezza e attaccamento associata alla liberazione di altri neurotrasmettitori, come endorfine o ossitocina.
Ma ci vorrà molto tempo prima che ci spieghi perché a stimolare quei neuroni e a liberare quei neurotrasmettitori sia quel particolare uomo o donna e non altri”. In una prospettiva psicologica, l’attrazione si realizza perché il nostro vissuto ci rende sensibili precisamente ai segnali di una determinata persona e non a quelli degli altri. “Lo stile affettivo acquisito durante l’infanzia tende ad orientare le relazioni successive e non è una fatalità che pietrifica l’amore - scrive lo psichiatra Boris Cyrulnik nel volume divulgativo “Parlare d’amore sull’orlo dell’abisso” (Frassinelli) - la coppia costituisce il luogo delle interazioni e il momento propizio dove rielaborare i propri apprendimenti”. E’ inoltre possibile osservare lo stile di attaccamento della coppia e l’adattamento reciproco in base alla modalità di dialogo. In accordo a quanto osservato da Paul Watzlawick in “Pragmatica della comunicazione umana”, “in ogni comunicazione i partecipanti si danno a vicenda delle definizioni della loro relazione, o per dirla con più precisione, ciascuno cerca di determinare la natura della relazione”. Le coppie con un attaccamento sicuro comunicano armonizzandosi a vicenda, come in una danza comportamentale e verbale “dove ognuno, attento al corpo e alle parole dell’altro, ascolta ciò che dice e lo guarda parlare - continua Cyrulnik - percepisce facilmente i suoi segnali corporei, e lo sguardo improvvisamente orientato verso l’interlocutore a indicare che sta per cedergli la parola. Al contrario, le coppie con un attaccamento insicuro-preoccupato mostrano durante le loro interazioni una instabilità psicomotoria e frequenti interruzioni ai discorsi dell’altro, con intromissioni di elementi o persone estranee al contesto: “queste coppie rispondono alla sensazione che l’altro suscita in loro, non si armonizzano con il partner - spiega lo psichiatra - lo interrompono per timore di essere dominati, o semplicemente perché non tengono conto del mondo mentale che l’altro cerca di esprimere”. Infine i partner di coppie con attaccamento disorganizzato sembrano perdere il contatto l’uno con l’altro, comunicando con gesti imprecisi, parole dette a sproposito o silenzi imbarazzanti. Vediamo cosa succede quando si incontrano una donna ed un uomo con due stili di attaccamento e comunicativi diversi. Lei è una giornalista, attraente e gentile - la gentilezza e cultura le permettono di regolare la distanza tra sé e gli altri - intervista preferibilmente al telefono o anche per e-mail, frequenta uomini evitanti quanto lei con i quali discute di argomenti culturali, intervallandoli con qualche episodio di sesso, senza raggiungere una vera intimità emotiva. Lui è un medico, fisico sportivo e sguardo seduttore, un matrimonio fallito alle spalle, un “professional single” che non vuole sentirsi solo ma non vuole nemmeno formare una coppia. Si incontrano occasionalmente in palestra. Scatta subito un’attrazione reciproca. Ognuno ripete il suo copione: lui la tocca prima di tutto con lo sguardo. Poi si avvicina parlando; le parole servono a creare una prossimità fisica. Non ha fatti i conti con l’atteggiamento evitante di lei che è capace di respingere anche un uomo che le piace. Lei parla di un articolo che sta scrivendo. Gli dà il suo indirizzo e-mail. In qualche modo vorrebbe trasformarlo in un uomo a distanza anche se è a pochi passi da lei. Impossibile. Lui non è uno dei soliti intellettuali che è abituata a frequentare e lei non è una delle sue solite conquiste. Per andare d’accordo, ognuno dovrà cambiare qualcosa di se stesso e dell’altro, diventare il terapeuta dell’altro, inventare un nuovo modo di amare che non è la somma dei due stili di attaccamento, ma qualcosa di nuovo che accordi dolcezza e passione. Quello che Cyrulnik definisce “coniugazione affettiva”…
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UN DECIMO DI SECONDO PER IL COLPO DI FULMINE


PRINCETON - Basta un decimo di secondo per un colpo di fulmine. È sufficiente questa piccolissima frazione di tempo, infatti, per decidere se una persona merita la nostra fiducia, ci attrae, ci appare leale o, al contrario, faremmo meglio a stargli alla larga. Un decimo di secondo, dunque, per farsi un'idea di chi abbiamo di fronte basandoci sui tratti somatici del suo volto. A sostenerlo è una ricerca condotta da due psicologi della universitá di Princeton, pubblicata a luglio scorso su Psychological Science. I due studiosi hanno mostrato a un campione composto da 200 partecipanti volti diversi chiedendo loro di osservarli per tempi differenti che si aggiravano tra i 100 e i 1.000 millesecondi. Così hanno potuto osservare che bastava un decimo di secondo perchè le persone sviluppassero un'impressione, positiva o negativa che fosse. Attraverso vari test, in cui variavano i tempi di esposizioni alle immagini, i ricercatori hanno potuto osservare che il giudizio maturato in un battito di ciglia, non variava di molto concedendo qualche istante in più al volto proposto. Semmai ad aumentare era la convinzione che la prima impressione era proprio quella giusta. 30 agosto 2006

LE DIVERSE RISPOSTE AL TRADIMENTO

Lui, lei, l’altro. Oppure lei, lui, l’altra. Si tratta del tipico triangolo amoroso, che abbiamo visto in mille storie o magari anche sperimentato nella nostra vita, come protagonisti o come vittime. Tradire è una brutta cosa, ma molto più frequente di quanto si possa immaginare. Ciò che però cambia è la modalità con cui uomini e donne reagiscono al tradimento, una volta che questo viene scoperto. Lo studio, del professor Felson, psicologo della State University of New York, va proprio a definire come la gelosia si esplichi tra uomo e donna, vittime di un tradimento. L’uomo, per lo più, ha un atteggiamento aggressivo nei confronti del rivale in amore: il primo pensiero è quello di farla pagare all’altro. Le donne, invece, se la predono con il marito fedifrago o il compagno infedele, piuttosto che con l’altra, nei confronti della quale provano un moto di empatia, perché si sentono in fondo coinvolte nello stesso problema, cioè dividere uno stesso uomo che si è dimostrato inaffidabile. La ragione di queste due diverse modalità di comportamento risiede probabilmente nel ruolo sociale che uomini e donne hanno sempre avuto, fin dalla notte dei tempi. Il maschio, per proteggere la propria leadership nel branco, deve infatti affrontare i giovani pretendenti al suo trono. Le femmine, invece, che sentono la necessità di essere protette da una figura affidabile, finiscono con il rimproverare all’uomo non tanto la scappatella in sé (almeno non consapevolmente) quanto il tradimento della fiducia legata al progetto di vita in comune. Per contro le femmine che tradiscono hanno già disinvestito rispetto alla capacità del maschio di difenderle e renderle felici. Gli uomini che tradiscono assecondano il loro istinto per cui cercano di assicurare i loro geni per la perpetuazione della specie.
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L'AMORE E' CIECO ?

L'amore è cieco, si dice. Ma la verità è che rende ciechi. Se una persona è molto innamorata del proprio partner guarda le altre persone ma non le vede, perché il livello di attenzione nei confronti del mondo esterno è più basso. Lo ha dimostrato una ricerca della Florida State University i cui risultati sono apparsi sull'ultimo numero della rivista Evolution and Human Behaviour. La ricerca è stata condotta su due gruppi di studenti, uno composto da persone che si sono dichiarate innamorate e l'altro da persone libere da gioghi sentimentali. Ai partecipanti allo studio sono state mostrate delle immagini di persone attraenti e immediatamente dopo delle immagini geometriche da riconoscere; questo test serve per individuare il livello di attenzione di un soggetto. Il gruppo degli innamorati riconosceva prima e con più esattezza le figure geometriche perché in grado di concentrarsi meglio; il gruppo dei single invece, troppo distratto dalla bellezza delle foto, ha riconosciuto cerchi e quadrati con troppa lentezza. Secondo i ricercatori questo avviene perché chi è innamorato guarda ma non vede le altre persone. L'amore incondizionato verso un'unica persona e il contemporaneo calo di attenzione nei confronti della altre sarebbe una strategia evolutiva sviluppata per riuscire a costruire un rapporto solido che faciliti non solo la preservazione della specie ma soprattutto che garantisca la cura della prole. In altre parole, il cervello non presta attenzione alla bellezza degli altri uomini o donne che si incontrano nell'arco della giornata per evitare di disperdere energie. Una sorta di castrazione mentale o privazione autoindotta, o un aiuto del cervello alla volontà alla quale la carne, che è debole si sa, probabilmente si piegherebbe.
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PER L'UOMO IL SESSO E' UN CHIODO FISSO

Si sa, per l’uomo il sesso è un chiodo fisso. Fino a questo momento si pensava che la ricorrente attenzione maschile per la sfera sessuale dipendesse soprattutto dagli ormoni: ora invece la scienza ha scoperto che la colpa di questo “tarlo” dipende soprattutto dalla conformazione del suo cervello. Insomma, c’è del vero nello stereotipo che vuole il maschio tutto donne e motori, anche se con qualche precisazione, anche a sorpresa. Eppure, pur essendo un elemento assiduo e assillante, la passione maschile è del tutto cieca: davanti a una donna, i livelli di testosterone si "impennano" indipendentemente dalla bellezza o meno della fanciulla in questione. Gli esperti sono giunti a queste conclusioni grazie a due diversi studi: il primo, dedicato alla conformazione del cervello maschile, è stato pubblicato sulla rivista scientifica “New Scientist” ed è stato realizzato dagli esperti della Harvard Medical School e dell'università della California. Il secondo, invece è opera di un team olandese, per la precisione degli esperti dall'università di Groningen, ed è stato effettuato su un gruppo di giovani studenti. Secondo gli esperti americani, i cervelli dell'uomo e della donna sono diversi, sia nella conformazione che nel processo di elaborazione delle emozioni e hanno delle caratteristiche ben precise. Nell’uomo, in particolare, la parte di materia grigia che si occupa di dar vita a sensazioni erotiche e a pensieri osé è più grande e più sviluppata rispetto al corrispettivo femminile; questo è il motivo per cui i pensieri e gli stimoli sessuali sono più assidui e frequenti per lui che non per lei. Il cervello “in rosa”, invece è maggiormente dedito al processo decisionale e alle emozioni.

E questo “gap” di genere, non si ferma qui: fra maschi e femmine è diversa persino la percezione delle sensazioni legate all'assunzione di droghe. Gli esperti della Harvard Medical School e dell'università della California se ne sono accorti mettendo a confronto 45 regioni cerebrali di donne e di uomini. Le differenze emerse sono di tipo anatomico, al contrario di quanto si pensava in passato, con una diversa architettura cerebrale per lui e per lei.
Lo studio olandese, pubblicato sulla rivista “Hormones and Behaviour”, dimostra invece che basta la presenza di una donna, indipendentemente dalla sua bellezza, ad accendere la passione maschile, misurata attraverso i picchi di testosterone. Come riferisce il britannico “Sunday Telegraph”, hanno partecipato allo studio 63 ragazzi tra 21 e 25 anni. Ciascun giovane, senza essere al corrente degli studi che si stavano compiendo, è stato accompagnato in una stanza con la scusa di risolvere un sudoku. Qui si trovava già una donna del tutto estranea, impegnata a risolvere un rompicapo simile. Dopo cinque minuti, gli esperti hanno constatato un aumento medio dell’8% del livello degli ormoni maschili, misurata tramite campioni di saliva. In seguito, ai ragazzi è stato chiesto un parere sull’aspetto fisico della ragazza e dalle risposte è emerso con chiarezza che la loro opinione a riguardo non ha influenzato l'aumento del testosterone. Dallo stesso esperimento è risultato che agli uomini catalogati come più aggressivi o “dominanti” i livelli di testosterone erano cresciuti ancora di più, mentre erano restati invariati quando il giovane veniva lasciato solo in una stanza con un altro uomo.
Secondo i ricercatori si tratta di una reazione automatica e inconscia che il fisico maschile mette in atto per predisporre l’uomo all'opportunità di un possibile accoppiamento. La crescita ormonale diventa visibile anche in virtù di alcuni cambi di atteggiamento che l'uomo mostra in presenza di una donna: raddrizza le spalle, guarda la donna direttamente negli occhi e gesticola molto con la mani. Spiega Leander van der Meij, che ha guidato il team di scienziati nella ricerca: “Una volta cresciuti i livelli, gli uomini possono apparire più dominanti. Per questo sono più propensi a 'esagerare' nei loro racconti per impressionare la donna. Tutti sanno che le donne sono attratte da questo, dal tipo dominante”.
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NEL DNA SI DECIDE SE ESSERE SINGLE O IN COPPIA

Basta frustrazioni amorose o eterni sospiri. E' la genetica che conta nelle relazioni affettive. La scienza dice che è tutta colpa di un gene se non funzionano le storie d’amore. Sono giustificati quindi i single incalliti. Ovviamente ci sono molte ragioni che portano alla rottura di un rapporto di coppia, ma questa è la prima volta che uno studio valuta come un gene sia associato ai fallimenti sentimentali. Le “rotture” frequenti sono causate da una piccola variazione del Dna, o meglio l'alterazione del gene che produce la vasopressina (una molecola implicata nei meccanismi di formazione della memoria, ma anche nella pressione arteriosa).La ricerca è nata per capire meglio i problemi relazionali, ed è stata condotta dall'Istituto Karolinska di Stoccolma su 550 gemelli fidanzati o sposati. Le coppie sono risultate soddisfatte o insoddisfatte a seconda che il gene fosse regolare o anomalo. Così i ricercatori hanno scoperto che a ogni variazione del gene corrisponde un modo diverso di vivere il rapporto di coppia.Hasse Walum, uno dei ricercatori, si cautela sottolineando come gli effetti di questa differenza genetica sono relativamente modesti e soprattutto non possono fare previsioni realistiche sulla propria vita amorosa. Il gruppo di studi spera che queste scoperte genetiche diano risultati utili per la vita affettiva ma anche risolvano gravi problemi relazionali come l’autismo.
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OGNI COPPIA PRESENTA UN ALTO RISCHIO DI TRADIMENTO

NON E' una buona notizia per le coppie, neonate o navigate: le probabilità di tradire il partner in una relazione, quantificate ora da uno studio canadese, sono impietosamente alte, dal 40 al 76 per cento. Un colpo per il buonumore e la fiducia o forse una presa di coscienza della realtà. Di certo, il numero ha stupito anche i ricercatori del dipartimento di psicologia dell'Università di Montreal che hanno condotto lo studio, il primo che cerchi di trovare una spiegazione scientifica per un comportamento che mette quotidianamente a rischio famiglie e unioni pluriennali. "E' una cifra molto alta" ammette la dottoressa Geneviève Beaulieau-Pellettier. Ma quello che sfugge è la motivazione 'autodistruttiva' che spinge a mettere a rischio una relazione consolidata. In particolare gli scienziati hanno cercato di capire se l'infedeltà sia collegata a una fobia dell'impegno sviluppata fin dall'infanzia, sulla quale ha un'influenza fondamentale il comportamento dei genitori in casa, che si osserva da bambini. Secondo i ricercatori, il traditore per eccellenza ha il seguente identikit: non è a proprio agio in intimità, cerca relazioni sessuali al di fuori della coppia e non si fa troppi problemi a tradire la fiducia del compagno.
.... L'infedeltà potrebbe essere una precisa strategia emotiva adottata dalle persone che hanno difficoltà di attaccamento e impegno. Tradendo, si distanziano dal partner e mantengono il loro spazio e la loro libertà, spiegano gli scienziati. Non a caso la ragione più citata dai volontari per spiegare il loro comportamento è stata proprio la volontà di distanziarsi dal compagno per evitare di sentirsi impegnati. L'unica consolazione di fronte a questo quadro è la sostanziale equità fra i due sessi: lei tradisce quanto lui. Con buona pace dei luoghi comuni. (10 settembre 2008)
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sabato 9 agosto 2008

L'AMORE NELL'ERA DEL SMS-APPEAL

Bocciati i contenuti sgrammaticati e quelli dotti: sono indice di difficoltà e solitudinedal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Gli uomini sono avvertiti: il "sex appeal" non basta più. Quello che serve oggi, per fare colpo sulle donne, è il "text appeal", ovvero l'abilità nello scrivere messaggini telefonici in grado di affascinare, conquistare, far divertire. Lo rivela un sondaggio condotto in Gran Bretagna, da cui risulta quello che molti di noi probabilmente già sospettavano: il mazzo di fiori funziona sempre, come gesto di seduzione e galanteria, ma il messaggino giusto è imbattibile. Sarà per questo che il mondo è pieno di uomini, e donne, a capo chino a messaggiare sul proprio telefonino. Tre donne su quattro, per l'esattezza il 76 per cento, dicono che il modo di messaggiare di un uomo influenza il giudizio che se ne fanno ed è una parte essenziale della maniera moderna di essere romantici. Dipende, tuttavia, da che tipo di messaggini l'uomo in questione manda alla donna del suo cuore. Il sondaggio identifica ben quattro categorie. C'è il genere "Russell" (forse ispirato dall'attore Russell Crowe), usato da circa un terzo degli uomini: un messaggino di media lunghezza, ironico, malizioso, allusivo, insomma un flirt-text in piena regola. Il 68 per cento delle donne dicono di sentirsi attratte da questo tipo di messaggini - e dagli uomini che li inviano. Ma attenzione a non esagerare con le allusioni: se sono troppo pesanti, il 23 per cento delle donne chiudono la comunicazione e non rispondono. Un quarto degli uomini preferiscono il genere "Bond" (da James Bond, naturalmente): un messaggio breve, che va dritto al punto, senza rivelare emozione. Ma il 56 per cento delle donne non apprezzano questo tipo di messaggini, considerandoli indice di una mancanza di personalità o di immaginazione. Poi c'è il genere "Simbolico", usato solo da un quinto degli uomini: il messaggino scritto con abbreviazioni e sigle, nel linguaggio particolare degli sms usato in particolare dai più giovani. E puntualmente il 63 per cento delle donne lo trovano un linguaggio infantile e sciocco. L'ultima categoria è il tipo "Paroloni", a cui ricorre il 20 per cento circa degli uomini: messaggini molto lunghi, poetici, con citazioni dotte. Ma il 58 per cento delle donne lo reputano un tipo di sms "disperato", di uomini soli e in difficoltà. Un'altra caratteristica che raffredda le donne sono gli errori di grammatica e sintassi negli sms: il 41 per cento pensa che l'uomo che li ha inviati sia poco intelligente o poco colto.

Quanto alle donne, anche loro dedicano grande impegno e grande attenzione ai messaggini. Quando conoscono un uomo che le interessa, il 76 per cento afferma di passare almeno quindici minuti a decidere che cosa scrivergli in un messaggino, e il 38 per cento si consulta addirittura con un'amica prima di inviarlo. Inoltre, il 63 per cento ammette di ritardare deliberatamente di almeno un paio d'ora la risposta a un sms di un uomo, per farlo sospirare e non fargli credere che sia troppo facile conquistarle. Dunque portiamo pazienza, amici uomini: se la risposta non è ancora arrivata, non significa necessariamente che non abbiamo speranze. Anzi, magari, significa il contrario. (11 luglio 2008)

CUCINA ED EROS: BINOMIO VINCENTE

ROMA - La "bella stagione" non è, ovviamente, quella in cui la vita di coppia gode di momenti migliori. Sarà perché in vacanza si passa più tempo insieme, sarà perché la stanchezza e lo stress di un anno di lavoro si fanno sentire. Sarà, più semplicemente, perché ciascuno ha il suo modo di intendere la villeggiatura, comunque, per la maggior parte di sociologi e psicologi le occasioni di bisticcio non si contano.
La ricetta per stemperare il nervosismo, per gli esperti, vive nelle ricette: ossia passa dalla
cucina e il cucinare. Il cibo è infatti uno dei pomi della discordia, su cui si litiga più frequentemente. Il rimedio, quindi, partirebbe dalla radice stessa del problema: un'ora al giorno insieme per preparare un pasto fa riscoprire la complicità e la voglia di giocare, creando un importante occasione di dialogo e interscambio. Senza contare che, cucinare insieme, secondo il 61% degli esperti intervistati, fa anche bene alla salute e alla linea.
Una ricerca di "MauriLab", effettuata su duecento italiani e analizzata da ottanta esperti, tra psicologi, sociologi, chef e
aromaterapeuti, propone, infine, di trasformare la vacanza all'insegna della wellness cucina e riscoprire eros e intimità. Occorre partire dal giocare con gli ingredienti, dalla manipolazione e dalla complicità che si crea nel cucinare, per favorire lo scoppio della passione.

TROPPA INTIMITA' FA' PERDERE IL MISTERO

E’ di un anno fa ma sempre attuale “L’intelligenza erotica. Riconciliare erotismo e quotidianità” di Esther Perel, psicoterapeuta esperta di coppie e problemi sessuali che ha uno studio a New York, che spiega come risvegliare le passioni sopite e riscoprire una sessualità nuova e intensa. Per diventare davvero intimi, come promette l’autrice.
Si perché quello che ribadisce ad ogni intervista (le è bellissima: 49 anni portati con una disinvoltura da adolescente e con la sicurezza di una donna matura ed affascinante) è che si è sposata tre volte, ma con lo stesso uomo; perché ogni volta si faceva riscoprire, e lo riscopriva.
L’idea fondamentale dell’esperta è bene espressa dal titolo originale del libro Mating in Captivity, letteralmente accoppiarsi in cattività. Secondo la Perel, infatti, la democrazia a letto non funziona e la costante ricerca delle coppie di tranquillità domestica e sicurezza affettiva portano in genere ad un precoce crollo del desiderio. E’ qui l’errore: tutto questo viene scambiato per intimità, ma non c’è niente di peggio, per la psicoterapeuta, che questa eccessiva intimità per generare quella perdita di intrigante mistero che è invece il sale del desiderio.
Il libro non è dedicato a coppie in crisi, ma a partner felici della loro relazione che dopo alcuni anni vedono un crollo del desiderio e vogliono fuggire dalla routine. Esther Perel dice che bisogna tornare a desiderare ciò che si ha già. Ecco quindi la ricetta: meno intimità, meno parità, più egoismo ed un pizzico di gelosia. L’intimità infatti, rafforza l’amore, l’intesa di coppia, ma uccide l’attrazione fisica. “Questo accade perché molte coppie confondono l’amore con la fusione totale –sostiene la Perel-. L’erotismo invece richiede separatezza: nasce nello spazio fra sé e l’altro; perciò tornate a coltivare i vostri spazi al di fuori della coppia per potervi ritrovare dopo con più intensità”.
Quanto alla democrazia poi, sarà pure la forma migliore per governare una nazione, ma non di certo per vivere una sessualità travolgente. “Il desiderio sessuale non è politicamente corretto: è un dato di fatto “. E per finire meno certezze e senso di appartenenza. Amore vuol dire gelosia perché “la passione è direttamente proporzionale alla quantità di incertezza che riusciamo a tollerare in un rapporto”, avverte la Perel.
“Rinunciare a qualche sicurezza ci fa ritrovare un’intesa erotica che può essere domestica, ma non addomesticata. Se ciò che mantiene desto l’erotismo di coppia è la legge del rischio, ben vengano quindi gelosie, conflitti e piccoli segreti reciproci, libertà di istinti e trasgressioni, giochi di potere e aggressività”. Sempre con il massimo del rispetto. Adele e Alan sono al secondo matrimonio per entrambi, hanno una bimba di cinque anni ed una vita agiata. Lei è avvocato, lui biologo. Diversi tra loro, hanno vissuto un momento di travolgente passione: passavano giorni interi letteralmente “abbozzolati” a letto a fare l’amore, coccolarsi e parlare, rifare l’amore e così via.
Arrivano dalla Perel perché scoprono di non desiderarsi più eroticamente, ma di amarsi moltissimo. In questa routine però, Adele una sera avverte un brivido, che le fa capire cosa sta “perdendo”: vede una donna corteggiare suo marito ad una cena e si ingelosisce; ma non solo: scopre di avere accanto a sé un uomo, non solo un marito. La soluzione offerta dalla Perel parte da questo spunto: un po’ di “estraneità”.
Jed e Coral sono sposati da dieci anni; lui è un tipo apparentemente pacato, lei è una energica ed organizzativa. Ma la vera fantasia sessuale brucia in Jed: quando fanno l’amore è lui che ci mette tutto: calore, atmosfera, preliminari, dolcezza e ardore. Lei si lascia amare. Questo, dopo un po’, spegne la passione nella coppia, si recano quindi dalla Perel. Lui è risentito con la moglie, le rinfaccia di essere organizzativa anche nell’intimità, quando invece dovrebbe lasciar andare la smania di controllo e trasgredire un po’. Il suggerimento della Perel è per lei: senza snaturare il suo comportamento, usare la sua managerialità anche in intimità, cioè chiedere al compagno quello che le piace di più.E raccontarne gli effetti.

IN ALLATTAMENTO AUMENTA L'ORMONE DELL'AMORE

Quando un bebe' viene allattato al seno il cervello della mamma subisce dei cambiamenti. In particolare, aumentano nel cervello delle mamme i livelli di ossitocina, il cosiddetto 'ormone dell'amore'. E questo aiuterebbe le mamme a stabilire un legame ancora piu' profondo con il proprio figlio. A sostenerlo e' stato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Wareick University e pubblicato sulla rivista Public Library of Science Computational Biology. Secondo i ricercatori, il rilascio di livelli massicci di sostanze chimiche come l'ossitocina migliorerebbe i sentimenti di fiducia, amore e affetto della madre nei riguardi del proprio figlio. L'ossitocina, noto anche come ormone della fiducia e delle coccole, e' prodotto naturalmente nell'ipotalamo, una parte del cervello grande quanto una mandorla che controlla la temperatura corporea, la sete, la fame, la rabbia e la stanchezza. L'ormone e' inoltre coinvolto anche nel sesso e nell'attrazione sessuale e promuove sensazioni di fiducia, contribuendo a ridurre la paura. Per i ricercatori, l'ossitocina viene rilasciata nel sangue nel corso della produzione del latte materno, inondando il cervello durante l'allattamento. Ma fino ad ora non e' mai stato scoperto come poche migliaia di cellule del cervello fossero in grado di rilasciare l'ossitocina e cambiare l'umore delle mamme. In genere, i neuroni rilasciano sostanze chimiche, come l'ossitocina, in dosi relativamente molto piccole. Ma i ricercatori hanno dimostrato che quando la mamma allatta al seno il proprio bambino, i neuroni materni rilasciano l'ormone dai loro dendriti, la parte della cellula che di solito riceve, piuttosto che mandare informazioni. Questo ulteriore rilascio di ossitocina, quindi, provocherebbe un''esplosione' di affetto tra la mamma e il figlio. Un''esplosione' che potrebbe spiegare il perche' dell'esistenza di un legame speciale tra la mamma che allatta il proprio figlio al seno. (AGI)(AGI) - Washington 18 luglio -

L'HO LASCIATO E MI RIVENDO I SUOI REGALI

Una vetrina online per cuori infranti. Negli annunci rancori, bugie e tradimenti
ELISABETTA PAGANI
TORINO Lui la voleva comprare. E ora lei se lo rivende. Sottocosto e alla migliore offerente. Benvenuti nel mercato telematico dei regali degli ex innamorati. Una vetrina online in cui esporre gingilli ricevuti da ex mariti e fidanzati e spiattellare rancori e delusioni sentimentali. Per chi avuto molti partner, soprattutto se generosi, la tentazione di rivendersi il tesoro accumulato in anni di fidanzamento sarà irresistibile. In sei mesi, infatti, il portale
www.exboyfriendjewelry.com ha agganciato oltre 5 mila utenti, che hanno messo in vendita quasi 3 mila regali. La metà sono anelli di fidanzamento e fedi nuziali, ma frugando nella lista di questa eBay per cuori infranti si trova di tutto, anche un abito da sposa «usato una sola volta», assicura la venditrice fresca di divorzio.La trovataL’idea del sito è venuta all’attrice e scrittrice Megahn Perry, spiega la newsletter di tendenze «Not». «Non riuscivo più ad avere sotto gli occhi la parure di gioielli del mio matrimonio - racconta Megahn, lasciata sull’altare -. Così un giorno ho fatto un giro per Los Angeles cercando di piazzarla ma sono tornata a casa con la borsa ancora piena». Parlandone la sera a cena ecco l’illuminazione: creare un sito in cui far incontrare domanda e offerta. Un mercato on-line che però fosse anche una community in cui scambiarsi opinioni e riversare cattiverie sugli ex. Il meccanismo è semplice: per vendere basta iscriversi (è gratuito) e inserire foto, descrizione e prezzo del gingillo d’amore di cui ci si vuole sbarazzare. Prima di compilare le informazioni sul gioiello, però, si deve allegare una piccola spiegazione della rottura della relazione sentimentale. E allora ecco apparire, sopra un delizioso paio di scarpe «svendute» a 25 dollari, la delusione di a_licious83: «Mi ha coperta di diamanti e borse firmate per colmare la sua mancanza d’amore. Ci ho messo 6 anni e mezzo per capirlo». È finita e ora lei si rivende tutto ciò con cui lui la voleva «comprare». Sul sito la scelta è ampia: la sezione più gettonata è quella degli anelli, ma ci sono anche vetrine per orecchini, orologi, braccialetti e collane. Le più curiose sono le ultime due: l’amara «Gifts that should have been jewelry» (cioé regali che sarebbero dovuti essere gioielli) e «For the boys» (l’angolo dedicato ai maschietti). Le testimonianzeI racconti delle donne che si liberano di gioielli sperando di scrollarsi di dosso il passato sono di tutti i tipi. Alcune lo fanno per soldi, altre perché soffrono ogni volta che, aprendo il portagioie, rivedono quel gioiello. Altre ancora perché, finalmente, si possono sbarazzare di cianfrusaglie che sono state obbligate a sfoggiare per compiacere il partner. Di solito, per ricevere regali azzeccati, le donne sono costrette a passare e ripassare davanti a una vetrina indicando sempre lo stesso oggetto, così da far capire i propri gusti. Shoequeen24, invece, scartava sempre quello che desiderava. «Fortunata, direte voi», scherza ora la ragazza sul sito. Insomma, trovare un fidanzato che intercetta il gusto femminile non è da poco. «Peccato che - chiude - ho scoperto che il mio non era il “tipico uomo” e mi tradiva... con un altro uomo. Ora voglio buttare tutto quello che mi ha regalato». Alle romantiche fan di Audrey Hepburn sembrerà una follia, ma c’è anche chi riesce a disfarsi di un gioiello Tiffany. E per una manciata di dollari. Gli uomini nel sito quasi non compaiono, almeno in forma attiva. «Date un’occhiata - consigliano però le fondatrici ai maschietti - troverete gioielli a prezzi stracciati per le vostre nuove fidanzate». Ma attenzione ai doppioni alla Sarkozy, brontola un’utente che si è trovata al collo lo stesso ciondolo di tutte le ex innamorate del fidanzato. Gli uomini, però, per ora rimangono in disparte e c’è chi vende per loro. «Me l’ha lasciato sul tavolo di ritorno da un viaggio d’affari ed è sparito», si dispera una donna presentando la fede dell’ovviamente ex marito per 250 dollari. E un’altra, sposata con un uomo al secondo matrimonio, vende la sua prima vera: «Starà con me per tutta la vita, non dovrebbe servirgli più», si augura per 115 dollari.

AMORE MULTIPLO

Due partner, o tre. Ma alla luce del sole. Cresce, negli Usa, la tribù dei poliamoristi. Per i quali la monogamia è innaturale

Tilda SwintonQuando è stato annunciato che a vincere l'Oscar nella categoria della miglior attrice non protagonista era stata lei, Tilda Swinton è apparsa incredula, sul viso stampata la domanda: io? Poi è salita raggiante sul palco a raccogliere l'ambito trofeo, ma prima ha dato un bacio e un abbraccio a Sandro Kopp, un pittore tedesco di 29 anni conosciuto durante le riprese di 'Cronache di Narnia' e col quale la Swinton ha una relazione sentimentale. E John Byrne, l'uomo con il quale sta assieme da 18 anni? Era nella loro tenuta in Scozia, vicino a Inverness, con Xavier e Honor, i loro due gemelli di 10 anni. "John è un uomo straordinario e un padre fenomenale", sostiene la coprotagonista di 'Michael Clayton'. "Viviamo nella stessa casa, ma vado in giro per il mondo con un pittore delizioso". E non ha problemi con questo tipo di ménage? "Viviamo sotto lo stesso tetto, ci amiamo e ci ameremo per il resto delle nostre vite, amiamo i nostri figli", continua. "Quanto al resto, sono affari nostri".Affari che inevitabilmente hanno finito invece per venire discussi e dibattuti: quando ci sono, i triangoli sentimentali vengono tenuti nascosti e raramente sbattuti in faccia a un pubblico di un miliardo di persone. Ma per Anna Wagner, segretaria in uno studio legale di Washington che chiama Jim il suo 'partner primario', e che ha una relazione con Timothy che a sua volta convive con Carla, la rivelazione dell'attrice quarantasettenne non l'ha sorpresa più di tanto. "Se mettiamo da parte la fama e il denaro, la relazione sentimentale di Tilda è esattamente come quella di tante persone che conosco", sostiene. Persone come la Wagner e la Swinton si considerano 'poliamoristi': hanno relazioni con più di un partner senza sentirsi né dei traditori né degli ipocriti perché lo fanno alla luce del sole e con il consenso di tutti. E sono convinte di avere trovato, mentre il matrimonio e le relazioni monogame mostrano segni di tensione e di fatica, una soluzione a sua volta irta di incognite e difficoltà ma sempre più diffusa e accettata. "Quelli della mia generazione riconoscono che quando devono decidere quale tipo di famiglia vogliono creare hanno molte scelte", conferma Diane Adams, un'avvocatessa ventottenne di New York la cui famiglia è composta da lei e da due uomini.

Secondo un sondaggio condotto dal sito di Oprah Winfrey, ben sette americani su cento sono coinvolti in relazioni aperte. Un numero forse eccessivo, il prodotto di un campione statistico non scientifico. Ma i poliamoristi crescono. Perlomeno, sono sicuramente più visibili: hanno vari siti in Rete, giornali come 'Loving more', gruppi di supporto, un libro che è una sorta di manifesto e che è diventato un best-seller intitolato 'The Ethical Slut', la sgualdrina etica. Hanno anche uno show televisivo col quale identificarsi: 'Big Love', la storia di un uomo (l'attore Bill Paxton) che si divide tra tre donne, altrettante case e un gran numero di figli. E ogni paio di mesi si riuniscono, nella East come nella West Coast, per scambiare opinioni, per darsi supporto, per contarsi, per partecipare a seminari che hanno titoli come 'Tre, quattro o più', 'Come rivelare di essere poly' o 'Gestione della gelosia'.
Hugh Hefner a una festaPer il Merriam-Webster poliamori è 'la pratica di avere più di una relazione romantica alla volta'. Una pratica entrata nel dizionario solo due anni fa ma che ha radici nei tempi biblici. "Abramo, Davide, Giacobbe e Salomone erano tutti poligami e prediletti da Dio", ricorda Jonathan Turley, professore di diritto pubblico alla George Washington University. Diego Rivera aveva accettato che la sua donna, Frida Kahlo, avesse relazioni con altri uomini e donne, Leon Trotsky compreso. Hugh Hefner gira sempre accompagnato da almeno due girl-friends. E Warren Buffett, investitore diventato l'uomo più ricco del mondo, sino a quando - tre anni fa - gli è morta la moglie Susie, mandava auguri di Natale firmati da 'Warren, Susie and Astrid'. Astrid? La sua seconda e molto pubblica partner.
(05 agosto 2008)

I COSTI DELL'AMORE

Al primo posto Italia e Francia con quasi 2 miliardi spesi ogni anno
La ricerca dell'amore ci fa penare, trovare un compagno di viaggio ci rende sereni o ci riempie di preoccupazioni. Ma quanto siamo disposti a spendere per la ricerca e per mantenere queste emozioni? Un sondaggio ha chiesto ai single dei 13 Paesi europei di guardarsi dentro le tasche e di fare la somma del denaro speso e investito nell’arco di un anno per tutto ciò che ha a che fare con l’amore: il primo incontro, i regali, ma anche la cura del proprio aspetto, gli aperitivi, le cene, i week end. «La tendenza oggi sempre più diffusa è quella di dedicarsi seriamente alla ricerca del partner – afferma Constantin Wiethaus, Country Manager Parship Italia –; in Italia si rileva una maggiore insoddisfazione nei confronti dei servizi “leggeri” di dating: il flirt o la relazione occasionale, la chat che consente di ottenere un risultato immediato, non rappresentano più lo stimolo principale di chi naviga nella Rete». In Europa – nel 2007 - sono stati spesi 10,36 miliardi di euro. Primi in questa classifica risultano l’Italia e la Francia, a pari merito con poco meno di 2 miliardi (rispettivamente: 1,963 e 1,958). Non badano a spese anche i tedeschi con 1,87 miliardi, seguiti dagli inglesi con 1,6 miliardi. Molto distaccata la Spagna che spende 1 miliardo all’anno. Nella lista di chi spende meno per l’amore troviamo l’Irlanda con 522 milioni, il Belgio con 309 milioni, l’Austria con 244 milioni, la Svizzera con 191 e la Norvegia con 183. Gli svedesi sfiorano i 169 milioni, non lontani dai 156 dei danesi. All’ultimo posto l’Olanda, in cui vengono investiti complessivamente solo 92 milioni. In Europa l’importo medio di spesa annuale per ogni single è pari a 260 euro. Nel complesso, sono 42 milioni i single europei attualmente alla ricerca del partner; in Italia 4,7 milioni si dichiarano attivamente coinvolti nella ricerca del partner e spendono in un anno 418,44 euro a testa. In questa cifra rientrano oltre a cioccolatini, fiori e ogni genere di regalo, sedute dall’estetista, aperitivi, cene e week end, anche le spese per il dating on line. Negli ultimi dodici mesi, gli italiani si sono impegnati di più nella ricerca di un partner con una media di 3,5 incontri. Seguiti dagli austriaci con 3 incontri e dagli svizzeri con 2,7. La percentuale più bassa spetta agli inglesi con appena 1,4 incontri. Dalla ricerca è emerso che a livello europeo, in questo momento, un single su due sta chiedendo aiuto al dating on line (un po’ meno gli italiani: uno su tre). Il 48% degli intervistati (47,30% dei single italiani) dichiara di impiegare almeno tre anni per la ricerca di un partner.

domenica 6 luglio 2008

LE DONNE PREFERISCONO I CATTIVI


Narcisisti, impulsivi e manipolatori le caratteristiche vincenti

I cattivi sono i più amati dalla donne. Gli uomini narcisisti, impulsivi e manipolatori rappresentano il sogno proibito del gentil sesso. Sospetti adesso confermati da una ricerca internazionale coordinata Peter Jonason, della Mexico State University di Las Crucis e pubblicata dal settimanale "New Scientist".Il motivo di tanta fama dei cattivi è nascosta proprio nelle tre caratteristiche psicologiche negative definite dagli esperti narcisismo ossessivo, alta impulsività e abilità nell'essere machiavellici. I cattivi vengono percepiti come più seducenti e anche per questo hanno una vita sessuale più intensa.Lo studio ha esaminato i test condotti su duecento universitari nei quali erano evidenziati i tre tratti psicologici negativi. Ai ragazzi sono state formulate diverse domande sulle loro abitudini sessuali e sul numero di partner che avevano avuto nella vita. Infine hanno dovuto chiarire se preferissero storie brevi o relazioni stabili.Dalla ricerca, che sarà presentata ad un convegno della Human Behavior and Evolution Society a Kyoto in Giappone, è emerso quindi che gli studenti con i tre tratti psicologi negativi più marcati erano quelli con più partner sessuali; inoltre la maggior parte dei "bad boys" ha sottolineato di preferire relazioni brevi, ma intense.I ricercatori hanno anche stilato un elenco di personaggi cinematografici cattivi di successo. Su tutti spicca la figura di James Bond che racchiude in sé tutti la triade negativa.Uno studio parallelo, condotto su 35 mila persone in 57 paesi dallo scienziato David Schmitt della Bradley University di Peoria, nell'Illinois (Usa) ha confermato le intuizioni del team di Jonason. Lo studio dimostrerebbe il legame tra le tre caratteristiche negative e il successo riproduttivo negli uomini. Infatti chi possiede i tre tratti psicologici negativi ha più possibilità di "accoppiarsi", e riuscire, di conseguenza, ad avere numerose partners. Simona Merlo
FONTE
www.comunicaweb.it

E' ufficiale: lui non ascolta, lei assilla

SYDNEY (4 luglio) - Adesso è ufficiale: gli uomini non ascoltano, mentre le donne assillano. Due caratteristiche, o se si preferisce, difetti, quasi congeniti, che spesse volte innescano una serie battibecchi che facilmente portano alla lite. Secondo il risultato di una indagine condotta in Nuova Zelanda, questi piccoli battibecchi sarebbero destinati a esaurirsi con il passare del tempo, facilitando la comprensione reciproca all'interno. Eppure sembra già di sentirla all'opera la coppia tipo. «Non ascolti mai quello che dico», dice lei. «Sì che ti ascolto», risponde lui, che invece è assorto nei pensieri più vari. «Oddio speriamo che cambi discorso». Mentre lei già prepara il contrattacco: «No, non mi ascolti», insiste. E via così, finché uno dei due non dedice di cedere all'altro. Altrimenti sarà lite. Niente di inconsueto in questo tipico scambio di battute, anzi è la norma. Ad assicurarlo sono i risultati un nuovo sondaggio online, cui hanno risposto oltre 1.500 persone in Nuova Zelanda. La ricerca, commissionata da Relationship Services, che si occupa di consulenza alle coppie, conferma che l'uomo non ascolta, la donna assilla, e le coppie litigano principalmente sui soldi e sul ruolo di genitore. Dal sondaggio emerge che il 78% delle coppie hanno disaccordi ricorrenti, e di queste il 40% litiga per questioni finanziarie, il 29% per le pressioni sull'uso del tempo, il 26% sui lavori di casa e il 25% sul sesso. Quattro donne su 10 lamentano la mancanza di ascolto, contro tre uomini su 10. Di contro, tre uomini su dieci si dichiarano assillati dalla compagna, contro due donne su 10. Vendicarsi è però inutile e soprattutto inefficace. A dichiararlo è il 70% degli intervistati, mentre solo l'1,7% ammette di aver ceduto alla tentazione. Dai risultati emerge però una buona notizia: le persone imparano con il tempo ad affrontare meglio le divergenze, e tendono a litigare sempre meno. Le coppie più recenti (da 3 a 7 anni), hanno livelli di disaccordi ricorrenti notevolmente più alti di chi è nella relazione da tempo (più di 21 anni). La portavoce di Relationship Services, Hillary Smith, avverte che molti reagiscono al disaccordo perdendo la calma, il che lascia il problema senza soluzione. «È importante mantenere la relazione in buona salute continuando a parlare e non interrompendo la comunicazione».

Gli uomini, che mascalzoni, ma è tutta colpa della biologia

Gli uomini sembrano essere più predisposti al sesso occasionale delle donne. A dirlo stavolta è una ricerca scientifica in piena regola condotta dalla Università britannica di Durham e pubblicata su “Human Nature” per svolgere la quale sono state interpellate 1743 persone di entrambi i sessi. Si è scoperto, così, che mentre l’80 per cento degli uomini non ha problemi nell’avere relazioni che possono durare anche solo una notte, per le donne questo è vero solo per il 54 per cento delle intervistate.A spiegare la differenza, secondo la psicologa Anne Campbell che ha condotto l’indagine, sarebbe la biologia. Mentre gli uomini, infatti, possono riprodursi contemporaneamente con più donne lo stesso non si può dire per il gentil sesso che può condurre solo una gravidanza alla volta. Non solo, ma sempre biologicamente per le donne è molto più conveniente nella cura dei propri figli avere una relazione stabile piuttosto che modificarla ogni volta. In cambio infatti si ottiene la garanzia della protezione e della cura per sé e per la famiglia che si è formata.Resta, però, una domanda. Come spiegare quel 54 per cento di donne che vivono senza problemi anche il sesso occasionale? Anche per questo Anne Campbell ha una risposta, che stavolta rimanda all’evoluzione. “Siamo guidati -spiega la psicologa- da emozioni primarie che sono però già state sperimentate dai nostri antenati. Ora, se le nostre nonne o bisnonne si erano adattate a relazioni di breve termine è molto probabile che lo stesso adattamento riuscirà facile anche alle loro discendenti.”

lunedì 30 giugno 2008

RICERCA DELL'ISTAT SULLO STALKING

L’Istat presenta i risultati di una nuova indagine per la prima volta interamente dedicata al fenomeno delle violenza fisica e sessuale contro le donne (erano state condotte rilevazioni su molestie e violenze sessuali già nel 1997 e poi nel 2002 nell’ambito dell’indagine Multiscopo sulla sicurezza dei cittadini). Il campione comprende 25 mila donne tra i 16 e i 70 anni, intervistate su tutto il territorio nazionale dal gennaio all’ottobre 2006 con tecnica telefonica. L’indagine è frutto di una convenzione tra l’Istat – che l’ha condotta – e il Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità – che l’ha finanziata con i fondi del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza” e “Azioni di sistema” del Fondo Sociale Europeo.
PRINCIPALI RISULTATI Sono stimate in 6 milioni 743 mila le donne da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita (il 31,9% della classe di età considerata). 5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%), 3 milioni 961 mila violenze fisiche (18,8%). Circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri (4,8%). Il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia attuale o precedente ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner, se si considerano solo le donne con un ex partner la percentuale arriva al 17,3%. Il 24,7% delle donne ha subito violenze da un altro uomo. Mentre la violenza fisica è più di frequente opera dei partner (12% contro 9,8%), l’inverso accade per la violenza sessuale (6,1% contro 20,4%) soprattutto per il peso delle molestie sessuali. La differenza, infatti, è quasi nulla per gli stupri e i tentati stupri.
Negli ultimi 12 mesi il numero delle donne vittime di violenza ammonta a 1 milione e 150 mila (5,4%). Sono le giovani dai 16 ai 24 anni (16,3%) e dai 25 ai 24 anni (7,9%) a presentare i tassi più alti. Il 3,5% delle donne ha subito violenza sessuale, il 2,7% fisica. Lo 0,3%, pari a 74 mila donne, ha subito stupri o tentati stupri. La violenza domestica ha colpito il 2,4% delle donne, quella al di fuori delle mura domestiche il 3,4%. Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. Il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner. Anche nel caso degli stupri la quasi totalità non è denunciata (91,6%). È consistente la quota di donne che non parla con nessuno delle violenze subite (33,9% per quelle subite dal partner e 24% per quelle da non partner). Le donne subiscono più forme di violenza. Un terzo delle vittime subisce atti di violenza sia fisica che sessuale. La maggioranza delle vittime ha subito più episodi di violenza. La violenza ripetuta avviene più frequentemente da parte del partner che dal non partner (67,1% contro 52,9%). Tra tutte le violenze fisiche rilevate, è più frequente l’essere spinta, strattonata, afferrata, l’avere avuto storto un braccio o i capelli tirati (56,7%), l’essere minacciata di essere colpita (52,0%), schiaffeggiata, presa a calci, pugni o morsi (36,1%). Segue l’uso o la minaccia di usare pistola o coltelli (8,1%) o il tentativo di strangolamento o soffocamento e ustione (5,3%). Tra tutte le forme di violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, ovvero l’essere stata toccata sessualmente contro la propria volontà (79,5%), l’aver avuto rapporti sessuali non desiderati vissuti come violenza (19,0%), il tentato stupro (14,0%), lo stupro (9,6%) e i rapporti sessuali degradanti ed umilianti (6,1%). I partner responsabili della maggioranza degli stupri. Il 21% delle vittime ha subito la violenza sia in famiglia che fuori, il 22,6% solo dal partner, il 56,4% solo da altri uomini non partner. I partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate. I partner sono responsabili in misura maggiore anche di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro nonché i rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze. Il 69,7% degli stupri, infatti, è opera di partner, il 17,4% di un conoscente. Solo il 6,2% è stato opera di estranei. Il rischio di subire uno stupro piuttosto che un tentativo di stupro è tanto più elevato quanto più è stretta la relazione tra autore e vittima. Gli sconosciuti commettono soprattutto molestie fisiche sessuali, seguiti da conoscenti, colleghi ed amici. Gli sconosciuti commettono stupri solo nello 0,9% dei casi e tentati stupri nel 3,6% contro, rispettivamente l’11,4% e il 9,1% dei partner. Sono più colpite da violenza domestica le donne il cui partner è violento anche all’esterno della famiglia. Hanno tassi più alti di violenza le donne che hanno un partner attuale violento fisicamente (35,6% contro 6,5%) o verbalmente (25,7% contro 5,3%) al di fuori della famiglia; che ha atteggiamenti di svalutazione della propria compagna o di non sua considerazione nel quotidiano (il tasso di violenza è del 35,9% contro il 5,7%); che beve al punto di ubriacarsi (18,7% contro il 6,4%) e in particolare che si ubriaca tutti i giorni o quasi (38,6%) e una o più volte a settimana (38,3%); che aveva un padre che picchiava la propria madre (30% contro 6%) o che a sua volta è stato maltrattato dai genitori. La quota di violenti con la propria partner è pari al 30% fra coloro che hanno assistito a violenze nella propria famiglia di origine, al 34,8% fra coloro che l’hanno subita dal padre, al 42,4% tra chi l’ha subita dalla madre e al 6% tra coloro che non hanno subito o assistito a violenze nella famiglia d’origine. Le violenze domestiche sono in maggioranza gravi. Il 34,5% delle donne ha dichiarato che la violenza subita è stata molto grave e il 29,7% abbastanza grave. Il 21,3% delle donne ha avuto la sensazione che la sua vita fosse in pericolo in occasione della violenza subita. Ma solo il 18,2% delle donne considera la violenza subita in famiglia un reato, per il 44% è stato qualcosa di sbagliato e per il 36% solo qualcosa che è accaduto. Anche nel caso di stupro o tentato stupro, solo il 26,5% delle donne lo ha considerato un reato. Il 27,2% delle donne ha subito ferite a seguito della violenza. Ferite, che nel 24,1% dei casi sono state gravi al punto da richiedere il ricorso a cure mediche. Le donne che hanno subito più violenze dai partner, in quasi la metà dei casi hanno sofferto, a seguito dei fatti subiti, di perdita di fiducia e autostima, di sensazione di impotenza (44,5%), disturbi del sonno (41,0%), ansia (36,9%), depressione (35,1%), difficoltà di concentrazione (23,7%), dolori ricorrenti in diverse parti (18,5%), difficoltà a gestire i figli (14,2%), idee di suicidio e autolesionismo (12,1%). La violenza dal non partner è percepita come meno grave di quella da partner. 2 milioni 77 mila donne hanno subito comportamenti persecutori (stalking), che le hanno particolarmente spaventate, dai partner al momento della separazione o dopo che si erano lasciate, il 18,8% del totale. Tra le donne che hanno subito stalking, in particolare il 68,5% dei partner ha cercato insistentemente di parlare con la donna contro la sua volontà, il 61,8% ha chiesto ripetutamente appuntamenti per incontrarla, il 57% l’ha aspettata fuori casa o a scuola o al lavoro, il 55,4% le ha inviato messaggi, telefonate, e-mail, lettere o regali indesiderati, il 40,8% l’ha seguita o spiata e l’11% ha adottato altre strategie. Quasi il 50% delle donne vittime di violenza fisica o sessuale da un partner precedente ha subito anche lo stalking, 937 mila donne. 1 milione 139 mila donne hanno subito, invece, solo lo stalking, ma non violenze fisiche o sessuali. 7 milioni 134 mila donne hanno subito o subiscono violenza psicologica 1: le forme più diffuse sono l’isolamento o il tentativo di isolamento (46,7%), il controllo (40,7%), la violenza economica (30,7%) e la svalorizzazione (23,8%), seguono le intimidazioni nel 7,8% dei casi. Il 43,2% delle donne ha subito violenza psicologica dal partner attuale. Di queste, 3 milioni 477 mila l’hanno subita sempre o spesso (il 21,1%). 6 milioni 92 mila donne hanno subito solo violenza psicologica dal partner attuale (il 36,9% delle donne che attualmente vivono in coppia). 1 milione 42 mila donne hanno subito oltre alla violenza psicologica, anche violenza fisica o sessuale, il 90,5% delle vittime di violenza fisica o sessuale 1 milione 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni, il 6,6% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Gli autori delle violenze sono vari e in maggioranza conosciuti. Solo nel 24,8% la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto. Un quarto delle donne ha segnalato un conoscente (24,7%), un altro quarto un parente (23,8%), il 9,7% un amico di famiglia, il 5,3% un amico della donna. Tra i parenti gli autori più frequenti sono stati gli zii. Il silenzio è stato la risposta maggioritaria. Il 53% delle donne ha dichiarato di non aver parlato con nessuno dell’accaduto. 674 mila donne hanno subito violenze ripetute da partner e avevano figli al momento della violenza. Il 61,4% ha dichiarato che i figli hanno assistito ad uno o più episodi di violenza. Nel 19,7% dei casi i figli vi hanno assistito raramente, nel 20,1% a volte, nel 21,6% spesso.

FONTE http://www.istat.it/giustizia/sicurezza/